2013-06-27 16:07:05

Centrafrica. L’arcivescovo di Bangui: “Il Paese sta morendo lentamente”


“Il Centrafrica è un Paese che sta morendo lentamente” e la cui “coesione sociale è seriamente compromessa”. A rilanciare l’allarme dei vescovi centrafricani è l’arcivescovo di Bangui, mons. Diudonné Nzapalainga. Il presule – riporta l’agenzia Apic - si trova in questi giorni in Francia per sensibilizzare l’opinione pubblica e il governo francese su quanto sta accadendo nel Paese, devastato dalle violenze dei ribelli della Séléka, perpetrate dopo il colpo di stato che il 24 marzo ha portato al potere l’ex capo della ribellione, Michel Djotodia. Prima di incontrare martedì i rappresentanti del Ministero degli Esteri francese, il presule ha incontrato le organizzazioni cattoliche francesi e la stampa con le quali ha condiviso le preoccupazioni della Chiesa centrafricana per la drammatica situazione del Paese. “Non solo le ripetute esazioni di Séléka contro i cristiani hanno creato tensioni religiose, ma l’invio di 'signori della guerra' nelle diverse regioni del Paese sta creando dei feudi" che sfuggono al controllo del governo centrale, ha dichiarato l’arcivescovo, aggiungendo che lo “Stato è minacciato nelle sue fondamenta”. Le dichiarazioni di mons. Nzapalainga seguono il forte messaggio pubblicato nei giorni scorsi dell’episcopato centrafricano al termine dell’Assemblea ordinaria svoltasi a Bimbo dal 12 al 23 giugno, che definisce “inaudito” l’attuale momento storico del Paese, incoraggiando l’istituzione di “una piattaforma di dialogo tra leader religiosi cattolici, protestanti e musulmani”, anche per “dissipare eventuali tensioni religiose” e invitando a contrastare tutto ciò che “frena lo sviluppo della nazione”, come “il nepotismo, il clientelismo, la corruzione, l’impunità, l’accaparramento dei beni pubblici e la violazione dei diritti umani”. (A cura di Lisa Zengarini)







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