Bolivia: ancora violenza nel Tipnis, la Chiesa a fianco degli indigeni
Dopo gli scontri verificatisi lo scorso fine settimana fra i due gruppi che gestiscono
la rappresentanza del Parco Nazionale e Territorio Indigeno Isiboro Secure (Tipnis),
la Chiesa cattolica ed altri settori della società hanno rinnovato l’appello al dialogo
per evitare ulteriori scontri violenti. La Confederazione di Popoli Indigeni della
Bolivia (Cidob) è divisa in due fazioni, una che difende il Tipnis e chiede che l'autostrada
Villa Tunari-San Ignacio de Moxos non attraversi il centro del parco naturale, e l'altra
fazione guidata da Melva Hurtado, alleata con il governo, che è a favore della costruzione
della strada. A quanto sembra, la lite, finita in un scontro violento tra i due gruppi,
è stata causata a seguito dell'intervento del presidente del Consiglio Indigeno del
Sur (Conisur), visto da una delle due fazioni come un’intromissione negli affari interni
dei popoli indigeni. “Il Conisur vive in una situazione diversa dal Tipnis. Il Conisur
è una zona di insediamento che è stata occupata da 30 anni. I coloni sono venuti ad
occupare le terre e probabilmente gli indigeni sono stati emarginati", ha affermato
mons. Tito Solari, arcivescovo di Cochabamba, che ha chiesto alle parti di dialogare.
“Come Chiesa, conosciamo la realtà della zona e chiediamo alla popolazione in generale
di rispettare gli indigeni che vivono nelle pianure", ha concluso l'arcivescovo. (R.P.)