Udienza Generale. Il Papa: agli occhi di Dio siamo tutti uguali, anche io. Nessuno
è inutile nella Chiesa
Nella Chiesa siamo tutti importanti, nessuno è inutile. E’ uno dei passaggi più significativi
della catechesi di Papa Francesco, all’udienza generale di ieri in Piazza San Pietro,
gremita di fedeli. Il Papa ha ribadito che agli occhi di Dio siamo tutti uguali, anche
il Papa. Quindi, ha esortato tutti a portare nella Chiesa la propria vita, il proprio
cuore, tutti insieme. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Siamo tutti
necessari nella Chiesa, nessuno è inutile. E’ il messaggio forte che arriva da Papa
Francesco che, in una piazza San Pietro gremita di fedeli come ogni mercoledì, dialoga
con il Popolo di Dio. La sua diventa una catechesi partecipata. Del resto, il tema
su cui si sofferma il Pontefice è proprio la Chiesa come Tempio dello Spirito Santo.
L’antico Tempio, ha detto, “era edificato dalle mani degli uomini” perché “si voleva
‘dare una casa’ a Dio”. Ma con l’Incarnazione del Figlio di Dio “è Dio stesso che
“costruisce la sua casa”, “Cristo è il Tempio vivente”. E noi, ha detto ancora, “siamo
le pietre vive dell’edificio di Dio, unite profondamente a Cristo”. “Noi – ha avvertito
– non siamo isolati, noi siamo popolo di Dio, e questo è la Chiesa: Popolo di Dio”.
La Chiesa, ha poi osservato, “non è un intreccio di cose e interessi, ma il Tempio
dello Spirito Santo”, in cui “ognuno di noi, con il dono del Battesimo è pietra viva”.
E questo, ha detto, “ci dice che nessuno è inutile nella Chiesa”:
“Nessuno
è inutile nella Chiesa! E se qualcuno, a volte, dice ad un altro: 'Vai a casa tu
sei inutile!’, quello non è vero! Nessuno è inutile nella Chiesa: tutti siamo necessari,
per costruire questo Tempio!”
Nessuno, ha aggiunto, “è secondario”. Ed
ha avvertito: nessuno può dire di essere “il più importante, nella Chiesa!”:
“Tutti
siamo uguali agli occhi di Dio, tutti, tutti! Ma qualcuno di voi può dire: 'Senta,
Signor Papa, Lei non è uguale a noi'. Sì, sono come ognuno di voi, tutti siamo uguali,
tutti siamo fratelli! Nessuno è anonimo: tutti formiamo e costruiamo la Chiesa”.
E
questo, ha proseguito, “ci invita anche a riflettere sul fatto che se manca il mattone
della nostra vita cristiana, manca qualcosa alla bellezza della Chiesa”:
“E
anche alcuni dicono: ‘Io con la Chiesa non c’entro!’. Ma manca il mattone della tua
vita, in questo bel Tempio! Nessuno può andarsene, eh? Tutti dobbiamo portare alla
Chiesa la nostra vita, il nostro cuore, il nostro amore, il nostro pensiero, il nostro
lavoro … Tutti insieme!”.
Ecco allora, ha detto il Papa che dobbiamo aprirci
all’azione dello Spirito Santo “per essere parte attiva nelle nostre comunità”, dobbiamo
essere “pietre vive”, non “pietre stanche, annoiate e indifferenti”:
“Ma,
avete visto voi che cosa brutta è un cristiano stanco, annoiato, indifferente? E’
brutto, un cristiano così, non va! Il cristiano dev’essere vivo, gioioso di essere
cristiano! Deve vivere questa bellezza di fare un popolo di Dio, che è la Chiesa”.
Al
momento dei saluti ai pellegrini, il Papa ha rivolto un particolare saluto, colmo
di affetto, al cardinale Salvatore De Giorgi e quanti gli sono vicini in occasione
del suo 60.mo anniversario di ordinazione presbiterale e quarantesimo di vescovo:
“Pensate che bel servizio alla Chiesa: sessanta anni di sacerdozio e quaranta
di episcopato! E’ un bel servizio che lui ha fatto con cuore di padre, con bontà di
padre, e con questo cuore di padre ha fatto tanto bene alla Chiesa. Questa mattina
abbiamo celebrato la Messa e c’era un piccolo gruppo di preti che sono stati ordinati
da lui. Era piccolo il gruppo: ce n’erano più di ottanta! Immaginatevi quanti ne ha
ordinati: ringraziamolo per tutto quello che ha fatto per la Chiesa”.