Sciopero generale l’11 luglio in Brasile: i sindacati non appoggiano la presidente
Non ha placato le proteste in Brasile la promessa del capo di Stato Rousseff di sottoporre
a referendum popolare una profonda riforma del sistema politico brasiliano. Il movimento
di piazza chiede fatti concreti mentre la classe politica si spacca sull’idea di un’assemblea
costituente. Il servizio di Fausta Speranza:
Sciopero generale
in tutto il Paese l'11 luglio prossimo: al momento è la sola risposta alle aperture
della presidenza dopo le forti proteste di piazza. Il punto è che viene dai sindacati,
tradizionali alleati del partito della Roussef, e molto vicini al suo predecessore,
l'ex sindacalista Lula. Inoltre lo sciopero è stato annunciato ieri proprio alla vigilia
dell’incontro della Roussef a Planalto con i vertici sindacali sui temi del lavoro.
E poi critiche sul governo arrivano anche dall'ex presidente Cardoso, leader storico
dell'opposizione di destra, che definisce “autoritaria” la proposta del referendum.
Non convince dunque il processo di riforma pensato dalla presidente così come non
sono bastate a fermare le manifestazioni le promesse fatte in tema di trasporti,
corruzione, sanità, istruzione.