2013-06-26 15:05:47

Rapporto di Medici senza Frontiere Italia: crisi dimenticate dai media, il pubblico chiede meno gossip


Gli italiani – oltre il 60% - chiedono dai media maggiori informazioni sulle emergenze e sulle organizzazioni umanitarie, e quasi l’80% desidera meno gossip. Da qui la Lettera aperta di Medici senza Frontiere Italia rivolta a editori e vertici della stampa, in occasione della presentazione, ieri a Roma, del “9° Rapporto sulle crisi umanitarie dimenticate dai media”, arricchito da due ricerche dell’Osservatorio di Pavia e dell’Eurisko. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

Si potrebbe dire che tra le crisi dimenticate in Italia vi sia proprio quella della stampa. Nel 2012 i telegiornali di prima serata, nelle sette reti generaliste Rai, Mediaset e La sette, hanno infatti dedicato a crisi ed emergenze umanitarie e sanitarie appena il 4 per cento dei loro servizi contro il 10 per cento registrato nel 2006. E laddove si parla di crisi, per due terzi si riportano notizie di guerre e conflitti. In un anno solo 7 servizi sull’Aids, di cui 4 coinvolgevano personaggi di spettacolo, 11 sulla fame nel mondo. Quasi invisibili i conflitti interni della Repubblica democratica del Congo: 3 notizie, cosi anche la malnutrizione in Niger: 4 notizie, e i bisogni della popolazione di Haiti: 2 notizie. Va meglio con le calamità naturali più spettacolari: 26 servizi. Come reagire a questa emergenza informativa? Loris de Filippi presidente di Medici senza frontiere Italia.

R. - Ad oggi c’è stato un calo preoccupante. Siamo al minimo storico rispetto le notizie, quelle internazionali, di un certo peso. Quest’anno nel nostro rapporto ci sono Paesi come il Sud Sudan, come la Repubblica democratica del Congo, il Ciad, la Repubblica centrafricana, situazioni gravissime che pochissimi media hanno avuto il coraggio di mettere in onda forse perché l’audience sarebbe calata in maniera preoccupante o forse no...

D. - Secondo lei è un problema che riguarda i media o davvero, come loro dicono, queste notizie non interessano i cittadini, oppure si vuole far sì che i cittadini non siano informati?

R. - Dalla ricerca Eurisko sappiamo che i cittadini invece vogliono essere informati e segnalano questo disequilibrio pericoloso tra notizie di costume e notizie molto importanti che non vengono date. Facciamo un esempio. La situazione nella Repubblica centrafricana è stata veramente incredibile: un colpo di Stato sanguinoso, tre quattro mesi fa, non ha ricevuto la minima attenzione, mentre nello stesso periodo, o poco prima, si prestava moltissima attenzione a questa fine del mondo predetta dai Maya, che fortunatamente non ha avuto nessun tipo di riscontro ma oggettivamente le due notizie non potevano stare in equilibrio. E’ invece importantissimo sottolineare quello che sta succedendo nei Paesi. Un altro esempio è quello della Siria. Sebbene ci siano state parecchie notizie in questo periodo, queste riguardano quasi esclusivamente i tentativi di accordi di pace e pochissime descrivono la situazione umanitaria gravissima in cui questo Paese giace. Per cui il nostro accorato appello va in questa direzione.

D. - Una lettera aperta che richiama i giornalisti in qualche modo fare il loro mestiere con professionalità…

R. - La cosa importantissima è che i giornalisti l’hanno sottoscritta. Molto spesso sono gli editori, sono i capi delle testate che dovrebbero essere sufficientemente sensibili. La giornata di oggi la dedichiamo a loro.

Ultimo aggiornamento: 27 giugno







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