Il Papa: i preti abbiano la grazia della paternità spirituale. Gli auguri al card.
De Giorgi
Dio vuole che i sacerdoti vivano con pienezza una speciale grazia di “paternità”:
quella spirituale nei riguardi delle persone loro affidate. Lo ha affermato Papa Francesco
nella Messa di mercoledì mattina, presieduta nella cappella di Casa S. Marta. Con
il Pontefice erano presenti prelati e sacerdoti che accompagnavano il cardinale arcivescovo
emerito di Palermo, Salvatore De Giorgi, che oggi celebra il 60.mo anniversario di
ordinazione sacerdotale, circostanza alla quale il Papa ha fatto cenno con parole
di grande stima all’omelia, per poi ritornarvi più tardi all'udienza generale. Il
servizio di Alessandro De Carolis:
La “voglia di
paternità” è iscritta nelle fibre più profonde di un uomo. E un sacerdote, ha affermato
Papa Francesco, non fa eccezione, pur essendo il suo desiderio orientato e vissuto
in modo particolare:
“Quando un uomo non ha questa voglia, qualcosa manca,
in quest’uomo. Qualcosa non va. Tutti noi, per essere, per diventare pieni, per essere
maturi, dobbiamo sentire la gioia della paternità: anche noi celibi. La paternità
è dare vita agli altri, dare vita, dare vita… Per noi, sarà la paternità pastorale,
la paternità spirituale: ma è dare vita, diventare padri”.
Lo spunto di
riflessione è offerto a Papa Francesco dal brano della Genesi di oggi, nel quale Dio
promette al vecchio Abramo la gioia di un figlio, assieme a una discendenza fitta
come le stelle del cielo. Per suggellare questo patto, Abramo segue le indicazioni
di Dio e allestisce un sacrificio di animali che poi difende dall’assalto di uccelli
rapaci. “Mi commuove – commenta il Papa – guardare questo novantenne con il bastone
in mano”, che difende il suo sacrificio. “Mi fa pensare a un padre, quando difende
la famiglia, i figli”:
“Un padre che sa cosa significa difendere i figli.
E questa è una grazia che noi preti dobbiamo chiedere: essere padri, essere padri.
La grazia della paternità, della paternità pastorale, della paternità spirituale.
Peccati ne avremo tanti, ma questo è di commune sanctorum: tutti
abbiamo peccati. Ma non avere figli, non diventare padre, è come se la vita non arrivasse
alla fine: si ferma a metà cammino. E perciò dobbiamo essere padri. Ma è una grazia
che il Signore dà. La gente ci dice così: ‘Padre, padre, padre…’. Ci vuole così, padri,
con la grazia della paternità pastorale”.
A questo punto, lo sguardo di
Papa Francesco si posa con affetto sul cardinale De Giorgi, giunto al traguardo del
60.mo anniversario di sacerdozio. “Io non so cosa ha fatto il caro Salvatore”, ma
“sono sicuro che è stato padre”. “E questo è un segno”, prosegue rivolto ai tanti
sacerdoti che hanno accompagnato il porporato. Ora tocca a voi, è l’esortazione finale
di Papa Francesco, che osserva: ogni albero “dà il frutto da sé e se lui è buono,
i frutti devono essere buoni, no?”. Dunque, soggiunge con simpatia, “non fategli fare
brutta figura…”:
“Ringraziamo il Signore per questa grazia della paternità
nella Chiesa, che va di padre in figlio, e così… E io penso, per finire, a queste
due icone e a una in più: l’icona di Abramo che chiede un figlio, l’icona di Abramo
con il bastone in mano, difendendo la famiglia, e l’icona dell’anziano Simeone nel
Tempio, quando riceve la vita nuova: fa una liturgia spontanea, la liturgia della
gioia, a Lui. E a voi, il Signore oggi vi dia tanta gioia”.