Vietnam: attivista cattolico in sciopero della fame contro le condizioni carcerarie
Un attivista cattolico vietnamita, condannato a quattro anni di prigione nel gennaio
scorso con l'accusa di "voler rovesciare il governo comunista", ha iniziato lo sciopero
della fame per protesta contro le condizioni carcerarie. Tran Minh Nhat, in cella
per l'affiliazione col partito di opposizione Viet Tan (messo al bando dalle autorità
di Hanoi) ha iniziato a rifiutare il cibo dopo essersi visto negare alcune letture
- fra cui materiale religioso e vite di santi cattolici - e aver subito una serie
di abusi psicofisici dalle guardie carcerarie. Ngueyn Thi Chi, cognata dell'attivista
Nguyen Dinh Cuong, condannato e imprigionato assieme a Nhat, conferma che il giovane
ha deciso lo sciopero della fame "per protesta contro le condizioni carcerarie". La
protesta è iniziata lo scorso 21 giugno e andrà a oltranza. Ha da poco interrotto
un'analoga forma di protesta Cu Huy Ha Vu, prominente attivista e dissidente, che
ha rifiutato il cibo per 25 giorni di fila. Egli ha interrotto lo sciopero della fame
dopo che le autorità carcerarie hanno acconsentito a esaminare la denuncia di abusi
in prigione; egli parla di "vittoria" per la giustizia e la democrazia, in una realtà
come quella dello Stato retto dal Partito unico. Il caso del dissidente Vu ha avuto
una vasta eco a livello internazionale; il governo statunitense, diverse nazioni al
mondo e gruppi di attivisti pro diritti umani hanno lanciato appelli al governo di
Hanoi, chiedendone la liberazione immediata. Sulla stessa falsariga si inserisce la
vicenda del giovane cattolico Tran Minh Nhat, la cui sentenza di colpevolezza - assieme
ad altri 13 attivisti cattolici, studenti e blogger - è stata condannata da organismi
internazionali perché segno di "repressione politica" nel Paese asiatico. Dietro la
decisione di rifiutare il cibo c'è la terribile situazione della prigione - con temperature
esterne superiori ai 40 gradi - che rendono la vita "quasi insopportabile". I secondini
avrebbero inoltre proibito di consegnare al giovane alcuni libri di argomento religioso,
fra cui vite di personalità di primo piano della Chiesa come Giovanni Paolo II e il
card. Nguyen Van Thuan. (R.P.)