2013-06-25 15:10:00

Toscana, sisma: 100 edifici inagibili. Mons. Castellani: la gente è impaurita


Sono circa cinquemila gli sfollati nelle zone toscane della Lunigiana e Garfagnana colpite dal terremoto e dove da venerdì scorso si susseguono scosse di assestamento. Per lo più si tratta di persone che temono scosse più forti e che quindi al momento preferiscono non rientrare in casa. Un centinaio gli edifici lesionati o comunque dichiarati inagibili, a fronte di 900 domande di controllo presentate dai proprietari, in tutta l’area colpita, compreso il versante lucchese. Su quanto il terremoto nell’alta Toscana incida sul tessuto sociale, soprattutto nelle aree rurali sentiamo, al microfono della collega Laura De Luca, l’arcivescovo di Lucca, mons. Italo Benvenuto Castellani:RealAudioMP3

R. - La Carfagnana direi che è un territorio bellissimo, in certi angoli sembra di essere nelle Dolomiti. Però, pensiamo che questo territorio vasto ha solo 28 mila abitanti, con tre centri significativi: Castelnuovo, che ne è un po’ il capoluogo, e gli altri due centri di Gallicano e Piazza al Serchio, che hanno dai duemila ai quattromila abitanti. Tutti gli altri sono piccoli paesi, sperduti nel verde; piccoli, piccoli paesini arroccati: paesini che hanno dai 50 agli 800 abitanti. Realtà rurali, quindi.

D. - Quando viene compressa una struttura lavorativa in centri così piccoli, è chiaro che il risentimento è grande...

R. - Il fatto è proprio questo per questo terremoto. Intanto, sono saltati luoghi chiamiamoli "affettivi": mi riferisco in particolare alle chiese. Per questi piccoli centri, la chiesa è un luogo di fede e un luogo affettivo. Vi dò alcuni dati, perché non è apparso nei mass media e nelle comunicazioni di questi giorni riguardo a questo terremoto. Ringraziamo Dio che non vi siano state vittime, però la paura dal punto di vista proprio di pressione psicologica c’è e continua ad esserci. Lo ho visto io stesso. Sabato scorso sono andato a visitare anzitutto la gente e sono andato a trovare i preti: non dimentichiamo che i preti sono sempre davvero preziosi in queste realtà, ma in questo territorio sono molto anziani e sono rimasti pochi. Per cui, se prima in ogni piccolo centro, 103 parrocchie su 28 mila abitanti, c’era un sacerdote, oggi c’è un sacerdote che ha 11 piccoli centri. Sono andato a trovare loro, la gente. Ci sono situazioni di panico… E’ venuta una scossa, alla quale io non ho reagito perché la ho appena avvertita, ma loro l’hanno avvertita ed era piccolissima, di bassa intensità… La situazione è così in questi luoghi, tanto più che colpito questo luogo di fede, affettivo, di incontro che è la chiesa. È stata colpita anche la vita quotidiana. Per lo più la gente vive ancora di piccole attività agricole, mentre i giovani e le persone di mezza età scivolano in basso, verso Lucca.







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