I colloqui russo-americani a Ginevra sulla Siria sono finiti senza accordo e non e'
stata definita alcuna data per un prossimo incontro: lo ha detto il viceministro degli
Esteri russo Ghennadi Gatilov. Niente intesa poi sulla partecipazione dell’Iran alla
conferenza di pace, la cosiddetta 'Ginevra 2' che così si allontana. Il timore, tra
l’altro, è che la guerra possa coinvolgere il Libano. Christopher Altieri
ne ha parlato con il padre gesuita Samir Khalil Samir, docente all’Università
St. Joseph di Beirut:
R. Il Libano
è legato alla Siria, storicamente, da secoli, e legati al governo della Siria sono
gli sciiti libanesi del gruppo Hezbollah. Loro ricevono aiuto dall’Iran attraverso
la Siria. Per questo sono alleati del governo siriano, ma è anche vero che in Libano
i sunniti attaccano sia Hezbollah, sia l’esercito, perché – dicono – che è collegato
agli sciiti. Così ci troviamo in una situazione dove il conflitto siriano si trasferisce
lentamente in Libano e il motivo è che non c’è più governo in Libano. Per il momento
ce n’è uno provvisorio e per questo l’esercito, non ricevendo nessuna direttiva dall’esecutivo,
ha deciso di reagire contro il gruppo sunnita estremista dei salafiti. Con i salafiti
libanesi sono venuti dalla Siria tutti quelli dell’opposizione, che erano a Qusayr
e in Libano hanno creato un loro centro operativo. Come si vede la situazione è molto
confusa, c’è violenza. Tutti questi gruppi sono pesantemente armati e una volta di
più è il Libano che paga, in particolare i cristiani che non hanno nessuna milizia,
né difesa militare. Il pericolo è che la guerra della Siria, che non ha soluzioni
per il momento, si trasferisca qui e che le varie comunità entrino nel conflitto.
Ma questo sarebbe una vera catastrofe.