Per Berlusconi pesante condanna nel processo Ruby. Il commento di Diotallevi
Sette anni e interdizione perpetua dai pubblici uffici. E’ la condanna dei giudici
di Milano per Silvio Berlusconi, imputato per il caso Ruby. La Corte lo ha considerato
colpevole per entrambi i reati contestati: concussione per costrizione e prostituzione
minorile. Il Pdl insorge. Alessandro Guarasci:
Una sentenza
pesante, che forse nemmeno Berlusconi immaginava nella sua durezza. Il Cavaliere afferma
che si tratta di "una sentenza incredibile, di una violenza mai vista nè sentita prima"
per cercarlo di eliminarlo "dalla vita politica di questo Paese''. La notizia della
condanna, sette anni e interdizione per sempre dai pubblici uffici, fa in un attimo
il giro del mondo. Il Pm aveva chiesto sei anni. E subito il Pdl letteralmente insorge
a sostegno del suo fondatore. Deputati e senatori parlano di una sentenza politica,
che lascia allibiti. Il segretario Angelino Alfano chiama Berlusconi per manifestargli
la “profonda amarezza” e “l'immenso dolore” di tutto il Popolo della Libertà, “per
una sentenza contraria - dice - al comune senso di Giustizia, al buon senso e peggiore
di ogni peggiore aspettativa”. Alfano poi invita il Cavaliere a "tenere duro e ad
andare avanti". Per Cicchitto la pacificazione così salta. Il Pd prende atto e dice
di rispettare le sentenze. Per un commento abbiamo sentito Luca Diotallevi,
vicepresidente delle Settimane Sociali:
R. - Ogni volta che si costruisce
un'impresa politica su una sola persona ci si espone a un rischio. Qualsiasi possa
essere il giudizio che si possa dare sulla sentenza, una costruzione politica su una
sola persona è fragile.
D. - Una parte del Pdl dice già la pacificazione è
finita: il governo rischia grosso?
R. - Il governo rischia perché ha a che
fare con problemi molto difficili. Questa può essere un'aggravante secondaria. Penso
che questo governo si mette al riparo da contraccolpi tanto più opera in maniera efficace.