2013-06-24 15:43:38

Medio Oriente. Il presidente dell'Anp accetta le dimissioni del premier Hamdallah


Il presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, ha accettato ieri le dimissioni del primo ministro Rami Hamdallah, nominato solo tre settimane fa. Nonostante le pressioni fatte per farlo recedere dalla sua decisione, quest’ultimo ha confermato l’irrevocabilità della stessa. Alla base delle dimissioni vi sarebbero divergenze sulle garanzie di manovra dell’esecutivo richieste da Hamdallah. Su questo aspetto Giancarlo La Vella ha intervistato Janiki Cingoli, direttore del Cipmo, Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente:RealAudioMP3

R. – Lui non si è sentito in grado di fare il primo ministro, anche perché le deleghe date a due vice primi ministri sono deleghe molto estese. Lui ha percepito che restringessero troppo il suo ruolo di capo del governo. In particolare, c’è questo vicepresidente e consigliere economico di Abu Mazen, Mohammad Mustafa, che doveva essere primo ministro e che ha elaborato un piano economico, che ha in larga misura ispirato le proposte economiche di Kerry, l’inviato speciale degli Stati Uniti.

D. – Queste dimissioni rappresentano un ostacolo in più per il tentativo di mediazione degli Stati Uniti, attraverso Kerry...

R. – Non attribuirei eccessiva importanza. L’interlocutore degli Stati Uniti è Abu Mazen. Non credo che si faranno carte false da parte degli Stati Uniti e della comunità internazionale su chi sia il premier. Kerry questa settimana dovrebbe tornare per la quinta missione e occorre capire se si riuscirà a portare le parti al tavolo negoziale, ma soprattutto, il grande problema è cosa succederà il giorno dopo l’inizio del negoziato. Abbiamo, infatti, sperimentato nel 2010 che è possibile riprendere il negoziato, ma dobbiamo vedere se ci saranno poi i termini per negoziare.







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