Il Papa: la Chiesa sia come San Giovanni, voce che indica la Parola senza idee proprie
Come San Giovanni, la Chiesa è chiamata a proclamare la Parola di Dio fino al martirio.
E’ quanto sottolineato da Papa Francesco lunedì mattina nella Messa alla Casa Santa
Marta, nella Solennità della Nascita di San Giovanni Battista. Il Papa ha ribadito
che la Chiesa non deve mai prendere niente per se stessa, ma essere sempre al servizio
del Vangelo. Alla Messa, concelebrata tra gli altri dal cardinale Gianfranco Ravasi,
hanno preso parte un gruppo di sacerdoti e collaboratori del Pontificio Consiglio
della Cultura, un gruppo di dipendenti della Pontificia Commissione di Archeologia
Sacra e uno dell’Ufficio Filatelico e Numismatico Vaticano. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
Nel giorno in
cui la Chiesa celebra la nascita di San Giovanni Battista, Papa Francesco ha iniziato
la sua omelia rivolgendo gli auguri a tutti coloro che portano il nome Giovanni. La
figura di Giovanni Battista, ha detto il Papa, non è sempre facile da capire. “Quando
pensiamo alla sua vita – ha osservato – è un profeta”, un “uomo che è stato grande
e poi finisce come un poveraccio”. Chi è dunque Giovanni? Lui stesso, ha detto il
Papa, lo spiega: “Io sono una voce, una voce nel deserto”, ma “è una voce senza Parola,
perché la Parola non è Lui, è un Altro”. Ecco allora qual è il mistero di Giovanni:
“Mai si impadronisce della Parola”, Giovanni “è quello che indica, quello che segna”.
Il “senso della vita di Giovanni – ha soggiunto – è indicare un altro”. Papa Francesco
ha quindi confidato di essere colpito dal fatto che la “Chiesa scelga come festa di
Giovanni” un periodo in cui i giorni sono i più lunghi dell’anno, “hanno più luce”.
E davvero Giovanni “era l’uomo della luce, portava la luce, ma non era luce propria,
era una luce riflessa”. Giovanni è “come una luna” e quando Gesù iniziò a predicare,
la luce di Giovanni “incominciò a diminuire ad andare giù”. “Voce non Parola – ha
detto il Papa - luce, ma non propria”:
“Giovanni sembra essere niente. Quella
è la vocazione di Giovanni: annientarsi. E quando noi contempliamo la vita di quest’uomo,
tanto grande, tanto potente – tutti credevano che fosse lui il Messia – quando contempliamo
questa vita, come si annienti fino al buio di un carcere, contempliamo un grande mistero.
Noi non sappiamo come sono stati gli ultimi giorni di Giovanni. Non lo sappiamo. Sappiamo
soltanto che è stato ucciso, la sua testa su un vassoio, come grande regalo da una
ballerina a un’adultera. Credo che più di questo non si possa andare giù, annientarsi.
Quello è stato il fine di Giovanni”.
Nel carcere, ha proseguito, Giovanni
ha sperimentato dei dubbi, aveva un’angoscia e ha chiamato i suoi discepoli per andare
da Gesù a chiedergli: “Sei Tu, o dobbiamo aspettare un altro?”. C’è “proprio il buio,
il dolore sulla sua vita”. Neanche questo “fu risparmiato a Giovanni”, ha detto il
Papa, che ha aggiunto: “La figura di Giovanni a me fa pensare tanto alla Chiesa”:
“La
Chiesa esiste per proclamare, per essere voce di una Parola, del suo sposo, che è
la Parola. E la Chiesa esiste per proclamare questa Parola fino al martirio. Martirio
precisamente nelle mani dei superbi, dei più superbi della Terra. Giovanni poteva
farsi importante, poteva dire qualcosa di sé. ‘Ma io penso mai’, soltanto questo:
indicava, si sentiva voce, non Parola. Il segreto di Giovanni. Perché Giovanni è santo
e non ha peccato? Perché mai, mai ha preso una verità come propria. Non ha voluto
farsi ideologo. L’uomo che si è negato a se stesso, perché la Parola venga su. E noi,
come Chiesa, possiamo chiedere oggi la grazia di non diventare una Chiesa ideologizzata…”.
La
Chiesa, ha soggiunto, deve ascoltare la Parola di Gesù e farsi voce, proclamarla con
coraggio. “Quella – ha detto – è la Chiesa senza ideologie, senza vita propria: la
Chiesa che è il mysterium lunae, cha ha luce dal suo Sposo e deve diminuire,
perché Lui cresca”:
“Questo è il modello che ci offre oggi Giovanni, per
noi e per la Chiesa. Una Chiesa che sempre sia al servizio della Parola. Una Chiesa
che mai prenda niente per se stessa. Oggi, nella preghiera abbiamo chiesto la grazia
della gioia, abbiamo chiesto al Signore di allietare questa Chiesa nel suo servizio
alla Parola, di essere voce di questa Parola, predicare questa Parola. Chiediamo la
grazia di imitare Giovanni, senza idee proprie, senza un Vangelo preso come proprietà,
soltanto una Chiesa voce che indica la Parola, e questo fino al martirio. Così sia!”.