2013-06-23 10:48:16

L'Emilia ricorda la visita di Benedetto XVI a un anno dal sisma. Mons. Cavina: servono sacerdoti


Un anno dopo l’abbraccio di Benedetto XVI all’Emilia colpita dal sisma. A dodici mesi da quel 26 giugno a Rovereto di Novi, in questa stessa cittadina è stata inaugurata una nuova chiesa provvisoria. "Un monumento – ha detto mons. Francesco Cavina, vescovo di Carpi – a memoria della storica visita del Papa". Tanti i ricordi di quell’incontro che regalò un po’ di speranza in settimane di sofferenza e paura. Luca Tentori ha sentito in proposito il vescovo di Carpi, la diocesi più ferita dalle scosse del maggio 2012: RealAudioMP3

Bastarono poche ore a Benedetto XVI per infondere coraggio e vicinanza alla gente d’Emilia ancora persa nel terremoto. Pochi gesti per portare preghiera e speranza dove la terra non sembrava più madre. Il Papa ora emerito si fermò a Rovereto di Novi, davanti alle macerie della chiesa sotto le quali era morto il parroco, don Ivan Martini: una preghiera silenziosa davanti alla facciata pericolante e poi il saluto a una rappresentanza di quelle terre. Ad accoglierlo fu mons. Francesco Cavina, vescovo di Carpi:

R. – La gente ricorda il gesto della vicinanza e ricorda quelle parole che il Santo Padre allora disse: “Non sentitevi soli perché non siete soli!”. Sono parole entrate veramente non solo nel cuore dei fedeli, ma anche di coloro che dicono di non credere. Il giorno dell’inaugurazione ci sarà un ripercorso di questa visita che ci è stata fatta attraverso le parole che il Santo Padre ci disse e che rimangono di grande attualità”.

D. – La sua diocesi è stata in proporzione la più colpita dal terremoto: su 50 chiese, solo 3 sono uscite indenni dal sisma. Qual è la situazione oggi?

R. – Non posso nascondere che i segni di speranza sono tanti. Oltre a questa chiesa, sono già stati inaugurati tanti centri di comunità offerti dalla Caritas e altri verranno inaugurati nei prossimi giorni. A Concordia, sono partiti i lavori per la costruzione di una grande chiesa. Rimane il problema della ricostruzione spirituale e materiale. E per questo rivolgo il mio appello attraverso la Radio Vaticana: se ci fosse qualche comunità religiosa, qualche sacerdote disponibile a venire a operare in diocesi proprio per aiutare la popolazione che ha veramente bisogno di gente il più possibile disponibile ad accoglierla ed ascoltarla. I segni del terremoto ci sono ancora e sono quelli spirituali che sono ben più difficili da risolvere.

E proprio ieri la regione Emilia Romagna ha presentato il “Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali” per il ripristino degli edifici danneggiati dal sisma. Per i prossimi anni, sono previsti investimenti per 1 miliardo e 337 milioni di euro suddivisi in 1502 interventi. Alle chiese delle cinque diocesi emiliane coinvolte andranno 339 milioni di euro per 337 cantieri. Una road map che nei prossimi anni dovrebbe permettere il completo ripristino degli edifici di culto o la realizzazione di nuove soluzioni di integrazione con i resti delle chiese completamente crollate.

Ultimo aggiornamento: 25 giugno







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