Proteste in Brasile: i vescovi invitano ad ascoltare "il grido del popolo"
I vescovi brasiliani sostengono le contestazioni, purché pacifiche. In una nota hanno
invitato a non ignorare “il grido del popolo”. Intanto la presidente Rousseff, ieri,
in un vertice d’emergenza ha promesso riforme ma anche che "non tollererà alcuna violenza".
Il servizio di Massimiliano Menichetti:
Il Brasile si
è svegliato nel dodicesimo giorno di contestazioni contro la corruzione e le spese
esorbitanti per la Coppa del mondo del prossimo anno. In oltre cento città in questi
giorni, migliaia di persone hanno chiesto interventi nei campi di sanità, istruzione
e trasporti. Ieri la presidente Dilma Rousseff ha promesso strategie per favorire
la trasparenza nella lotta contro la corruzione; un sistema politico più vicino alla
società; un piano in tre punti per migliorare i servizi pubblici. La leader ha rimarcando
che non tollererà violenze, pur riconoscendo il valore della protesta. Due i morti
in relazione ai tumulti, decine i fermi della polizia e i feriti. Tensioni comunque
si temono per oggi, soprattutto in occasione della partita della Confederations Cup
tra Brasile e Italia, che si giocherà a Salvador de Bahia. In questo scenario i vescovi
brasiliani, in una nota, invitano al dialogo, esprimono solidarietà e sostegno alle
manifestazioni, purché pacifiche. “Tutti, anche nella protesta, devono rispettare
l'ordine, il bene comune, i beni di tutti e la pace, ma il grido del popolo deve essere
ascoltato”, scrivono i presuli, che parlano di un “fenomeno che richiede attenzione
e comprensione per identificare valori e confini, sempre con l'obiettivo di costruire
una società giusta e fraterna”. I vescovi puntano anche il dito contro "la corruzione,
l'impunità e la mancanza di trasparenza", ribadendo che “la soluzione dei problemi”
“è possibile solo con la partecipazione di tutti”.