L'Ordine di Malta in udienza da Papa Francesco: da 900 anni a servizio degli ultimi
E’ durato 15 minuti il colloquio privato tra Papa Francesco e fra’ Matthew Festing,
79.mo Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. Con lui il seguito, composto
da 11 ufficiali. La visita al Pontefice, come tradizione, è in occasione della festa
di San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine ospedaliero, il 24 giugno prossimo.
A conclusione dell’udienza vi è stato il consueto scambio di doni: da parte del Papa
il trittico di medaglie del Pontificato, da parte di fra’ Matthew una medaglia.
L'Ordine
di Malta celebra quest’anno i 900 anni dal suo riconoscimento ufficiale, con la bolla
del 15 febbraio 1113, di Papa Pasquale II. Attualmente, e fino al 30 giugno l’Istituto
Cervantes di Roma ospita una mostra fotografica che testimonia la missione realizzata
nel mondo dai volontari: “al servizio di poveri e dei sofferenti nella Chiesa e nel
Mondo”. Una missione che si confronta quotidianamente con le difficoltà finanziarie
che toccano ogni odierna realtà. Francesca Sabatinelli ha intervistato il direttore
dell’Ufficio Comunicazioni dell’Ordine di Malta, Eugenio Ajroldi di Robbiate:
R. – La crisi
economica non aiuta. Però, tutte le persone dell’Ordine di Malta che incontro nei
miei viaggi mi dicono che è difficile reperire risorse economiche, ma è facile reperire
volontari. L’Ordine di Malta si basa moltissimo sull’attività di volontari: ne abbiamo
circa 80 mila in tutto il mondo. Le difficoltà della nostra situazione attuale fanno
sì che le persone siano più spinte a donare se stesse, e quindi notiamo anche un incremento
della nostra capacità di aiutare in quel senso.
D. – Del resto, nel vostro
motto sono presenti due aspetti importantissimi: difendere la fede e servire i poveri.
Un motto estremamente in linea con il Pontificato di Papa Francesco…(Tuitio Fidei
et Obsequium Pauperum - NdR)
R. – Sì. E’ un motto antichissimo che ci permette
appunto di dare una testimonianza di fede attraverso il nostro servizio ai poveri
e agli ammalati ed è il motto che fanno proprio tutte le nostre strutture nel mondo:
gli ospedali, i centri medici, le case per anziani, per disabili e i nostri volontari.
E’ quello che caratterizza la nostra azione in 120 Paesi del mondo.
D. – Giusto
sottolineare che la vostra azione è svolta in totale e piena libertà. La vostra missione
è servire il bene integrale dell’uomo…
R. – Sì, assolutamente. Una delle caratteristiche
dell’Ordine di Malta, che teniamo sempre a sottolineare, è il fatto che siamo assolutamente
indipendenti da qualunque potere politico o economico. Questo ci permette di avere
una grande libertà nel poter scegliere quali siano i progetti da perseguire, senza
essere in alcun modo condizionati dai poteri, dalla politica, dall’economia, e avendo
come obiettivo finale il benessere delle persone. Il nostro fine ultimo non è quello
di guadagnare da quello che facciamo: il nostro fine ultimo è cercare di sollevare
le persone che sono nel bisogno.
D. – I volontari operano in 120 Paesi, chiaramente
ognuno di questi Paesi ha delle emergenze e delle criticità. Però, ad oggi, se dovessimo
disegnare una mappa delle urgenze, che cosa vi sta impegnando di più e cosa vi preoccupa
maggiormente?
R. – Abbiamo tante emergenze purtroppo e non soltanto nei Paesi
difficili. Noi ci occupiamo di famiglie bisognose a Roma, distribuiamo pasti caldi
nelle stazioni di Roma per le persone che sono rimaste senza casa, anche quella è
un’emergenza che sta – purtroppo – dietro l’angolo. Una delle crisi che ci preoccupa
di più in assoluto, ovviamente, è la crisi siriana. Siamo in Libano da tantissimi
anni, abbiamo un’associazione libanese, e abbiamo un centro medico nel nord del Libano,
che sta accogliendo e curando i profughi siriani che sono in fuga dalla loro terra.
Ci sforziamo di dare aiuto medico e anche materiale a queste famiglie che hanno dovuto
abbandonare tutto. Sicuramente la Siria – e quindi i Paesi limitrofi - sono quelli
che ci preoccupano di più in questo momento.
D. – Le vostre persone che lavorano
lì, che testimonianza vi danno?
R. – Una testimonianza di una situazione terribile
dal punto di vista umanitario, perché i profughi non si riducono, ma continuano ad
aumentare. I Paesi che li ospitano, hanno sempre più difficoltà ad accoglierli. C’è
quindi anche – forse – un timore di un possibile blocco delle frontiere, proprio per
l’incapacità dei Paesi limitrofi di far fronte a questa emergenza.
D. - Voi
avete consegnato a Papa Francesco un documento a testimonianza della vostra attività
a servizio degli ultimi, a servizio dei poveri. E avete indicato tra le varie zone,
anche quella di origine di Papa Bergoglio: avete parlato del Sud America…
R.
– Noi abbiamo cercato di fare un breve riassunto delle molteplici attività che svolgiamo
nel continente americano e in particolar modo in Sud America. Nello specifico, l’Ordine
di Malta ha attività in 26 Paesi del Sud America e sono molto varie, dipendono fondamentalmente
dalle condizioni e dalle necessità dei singoli Paesi. In Argentina abbiamo questo
progetto per i malati di cancro in fase terminale, con un centro per fornire loro
cure palliative e con tutta una serie di attività per alleggerire il loro stato. Abbiamo
poi attività in tantissimi altri Paesi: dal Cile al Perù, alla Colombia, alla Repubblica
Dominicana… Le attività dell’Ordine spaziano moltissimo, non si limitano soltanto
ad un campo di attività: cercano fondamentalmente di guardare a quelli che sono i
bisogni e intervenire prontamente.