In Uruguay si decide l’indizione o meno di un referendum sull’aborto
Oltre due milioni e mezzo di uruguayani sono stati chiamati, sabato scorso, a pronunciarsi
in favore o contro l’indizione di un referendum abrogativo della legge che depenalizza
l’aborto, entrata in vigore nel Paese all’inizio dell’anno. L’iniziativa, promossa
dai vescovi con una lettera pastorale nel maggio scorso, ha trovato l’appoggio di
diversi esponenti politici. Il servizio di Roberta Barbi:
Sono più
di 68mila le firme presentate alla Corte elettorale per indire un referendum che abolisca
la legge sull’aborto, approvata nell’ottobre dell’anno scorso con una stretta maggioranza,
e che prevede l’interruzione volontaria di gravidanza fino alla 12.ma settimana e
in alcuni casi fino alla 14.ma, previa consultazione con una commissione di medici,
psicologi e assistenti sociali. L’interruzione volontaria di gravidanza può essere,
invece, secondo la normativa, direttamente autorizzata in caso di rischio grave per
la salute della madre, in caso di stupro o di possibili malformazioni del nascituro.
Fino a ieri la Conferenza episcopale uruguayana, tra i promotori del referendum, ha
invitato la popolazione al voto contro una legge “ingiusta”, ribadendo il rispetto
della vita umana fin dal concepimento e ricordando che i diritti umani, primo il diritto
alla vita non possono essere soggetti a maggioranze circostanziali di un gruppo legislativo
o elettorale, pur riconoscendo che i cittadini hanno nelle loro mani la scelta dei
mezzi che ritengono necessari per cambiare la legislazione. Oggi, invece, è la giornata
del silenzio stampa, ma il dibattito continua ad accendersi su Internet e sui social
network. Da tempo i vescovi sono in prima linea contro questa legge: già durante l’assemblea
plenaria dell’aprile scorso avevano lanciato un appello in difesa della vita: “I cittadini
dell’Uruguay hanno l’opportunità di cambiare il corso delle cose e dire sì alla vita
dei bambini”, avevano detto, pur ribadendo che “il diritto alla vita non potrà mai
essere oggetto di un referendum, dal momento che esso deriva da Dio”. Affinché il
referendum si realizzi, è necessario che si registrino 655.193 adesioni. Anche se
finora era una pratica illegale, secondo i dati ufficiali in Uruguay si praticano
circa 30 mila aborti l’anno; ma secondo alcune organizzazioni umanitarie potrebbero
in realtà essere il doppio.