Siria: ancora vittime. L'Unesco: "A rischio i siti patrimonio dell'umanità
In Siria proseguono le violenze. Intanto crescono le preoccupazioni della comunità
internazionale, che non riesce, però, a superare li contrasti sulle possibili forniture
di armi ai ribelli. Il servizio di Marina Calculli:
I ribelli chiedono
all’Occidente nuove armi e rilanciano l’appello perché si imponga una “no fly zone”
sulla Siria, mentre dall’opposizione si leva una denuncia: in due mesi sarebbero oltre
100 i detenuti uccisi nelle carceri del regime. Anche l’Unesco lancia un allarme:
la guerra sta distruggendo le città d’arte siriane. La battaglia intanto esplode alle
porte di Damasco dove l’esercito regolare, sostenuto dagli Hezbollah libanesi, sta
cercando di riprendersi i villaggi di Zayabiyya e Babila, che gli consentirebbero
di tagliare le vie di approvvigionamento per i ribelli asserragliati a sud di Damasco.
Hezbollah è sempre più presente in Siria e tutto fa pensare che si stia preparando
ad espugnare Aleppo. Il presidente libanese Suleiman però ha chiesto esplicitamente
al “partito di Dio” di ritirare i propri combattenti dalla Siria. Intanto è in moto
la diplomazia internazionale. Domani a Doha si riuniranno gli Amici della Siria. Sarà
presente anche John Kerry. In molti, inoltre, rilanciano l’opportunità di una soluzione
politica e del Ginevra 2. Il ministro degli esteri russo Lavrov però ribadisce: contrasteremo
ogni tentativo di imporre le dimissioni di Bashar al-Assad.