Giordania: le conclusioni del Seminario sui media arabi cristiani
“I media arabi cristiani al servizio della giustizia, della pace e dei diritti umani"
è il titolo del seminario che si è svolto dal 10 all’11 giugno a Amman e al quale
hanno partecipato il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, e mons. Celli,
presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali. Il seminario, aperto
a vescovi, sacerdoti e laici, si è tenuto ad Amman al Centro cattolico di studi e
di formazione per i media, diretto da don Rifaat Bader, sacerdote del patriarcato
latino di Gerusalemme. Organizzato dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali,
questo colloquio si colloca sulla scia del sche si è svolto in Libano nell’aprile
2012, dal titolo “La comunicazione come strumento di evangelizzazione, di dialogo
e di pace in Medio Oriente”. Durante le due giornate di lavori, i partecipanti al
colloquio hanno riflettuto e lavorato insieme sulla questione del contributo che i
media arabi cristiani danno al servizio della giustizia, della pace e dei diritti
umani. Quale ruolo svolgono i media nella promozione del dialogo tra i popoli, le
culture e le religioni? Come i media possono essere dei ponti di pace? A queste riflessioni
hanno partecipato in particolare il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal,
mons. Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, Mohammad
Momani, Ministro giordano per le Comunicazioni Sociali e Faisal Fayez, ex Primo Ministro
giordano. Nel suo intervento, mons. Fouad Twal, ha ricordato le parole forti che Papa
Francesco aveva rivolto ai rappresentanti dei mezzi di comunicazione, lo scorso 16
marzo “siamo chiamati tutti non a comunicare noi stessi, ma questa triade esistenziale
che conformano verità, bontà e bellezza”. Il patriarca ha in seguito sottolineato,
riprendendo un passaggio dell’Esortazione Apostolica Ecclesia in Medio Oriente (N.
25), che i cattolici del Medio Oriente “hanno il dovere e il diritto di partecipare
pienamente alla vita della nazione, lavorando alla costruzione della loro patria fornendo
il loro specifico contributo”. Per questa ragione mons. Twal ha sostenuto l’importanza
delle scuole e delle Università del patriarcato come fattore di unità edi dialogo.
Dal canto suo mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le
Comunicazioni Sociali, ha insistito da parte sua sull’importanza del dialogo. “Per
vivere in pace dobbiamo imparare a parlare, onestamente e rispettosamente, gli uni
con gli altri” e “sensibilizzare il pubblico ai nostri valori comuni”. Gli strumenti
tecnologici moderni devono aiutarci “a sviluppare tale dialogo fraterno” tra persone
di diversi paesi, religioni e culture. Mons. Celli ha inoltre ricordato le reti sociali
che permettono uno scambio di opinioni “mezzo per comprendersi ed apprezzarsi reciprocamente”.
Alla fine del seminario i partecipanti hanno resa pubblica una dichiarazione finale
nella quale si sottolinea il “ruolo principale e fondamentale dei media in diverse
forme” che devono lavorare instancabilmente “al servizio della giustizia e dei diritti
umani”. La dichiarazione insiste sulla necessità di “dialogo ed incontri con i musulmani
per mezzo dei multimedia”. Infine, i membri del colloquio, nella preoccupazione costante
di servire i diritti umani, lanciano un appello per la liberazione dei due vescovi
ortodossi della Siria, mons. Youhanna Ibrahim, vescovo siriaco ortodosso di Aleppo
e mons. Boulos (Paul) Yazigi, Metropolica greco ortodosso della stessa città, rapiti
lo scorso 22 aprile. (R.P.)