Concluso il G8: convergenza sulla lotta all’evasione fiscale, aperto il dibattito
sulla Siria
Concluso ieri il vertice G8 che si è tenuto in Irlanda del Nord, presieduto dal premier
britannico Cameron. Identità di vedute su una seria presa di posizione globale per
far fronte alla piaga dell’evasione fiscale, ma ancora aperto il dibattito sulla sanguinosa
guerra civile in Siria, argomento sul quale ancora non c’è una posizione comune. Ci
riferisce Sagida Syed:
David Cameron
porta a casa una vittoria certa, quella contro l’evasione fiscale, soprattutto delle
multinazionali, con l’accordo tra i Paesi del G8 di condividere informazioni per rendere
piu’ difficile lo spostamento dei profitti nei paradisi fiscali. Buone anche le prospettive
di lavoro sollecitate dal presidente del Consiglio italiano Letta che ha avuto anche
un colloquio bilaterale con il presidente statunitense. La nascita del mercato comune
Euro-Atlantico, ha osservato Enrico Letta, è la piu’ bella risposta alla crisi economica
mondiale. Pochi i progressi invece sulla guerra in Siria. I leader, infatti, non hanno
trovato un accordo ad eccezione di un’ indagine Onu sulle armi chimiche in possesso
di Bashar al-Assad mettendo così a rischio la Conferenza di pace fissata a Ginevra
per il 2 luglio prossimo. Ma cosa ha significato concretamente questo vertice per
l’Italia? Debora Donnini lo ha chiesto a Tommaso Cozzi, professore di
economia all’Università di Bari:
R. – Credo che
possa rappresentare un Vertice della speranza, nel senso che forse è iniziato un cambiamento
culturale. Di concreto, francamente, non credo ci sia nulla, se non delle intenzioni.
Ma se non passiamo almeno ai propositi, il cambiamento culturale che ha portato ad
una politica basata esclusivamente sul rigore, non potrà mai cambiare in una politica
orientata alla crescita.
D. – Uno dei temi forti, dal punto di vista economico,
è la lotta ai paradisi fiscali, coordinata. Da questo G8, cioè, esce l’impegno allo
scambio automatico di informazioni fra autorità fiscali. Questo è un punto importante
e rivoluzionario?
R. – Credo che questo sia un risultato concreto. La necessità
di scambiarsi informazioni è soprattutto rivolta ai grandi evasori, dove in realtà
poi si annida la stragrande maggioranza della quota evasa al fisco delle varie nazioni.
Sicuramente, quindi, questo è un risultato importante. E’ stata declinata, infatti,
una specie di road map in dieci punti, in cui si definiscono i passi da compiere per
la lotta all’evasione fiscale internazionale.
E al centro del dibattito al
G8 anche la crisi siriana. Alle difficoltà della diplomazia internazionale di intervenire
efficacemente, si affianca una situazione sul terreno sempre più drammatica. Il servizio
di Marina Calculli:
Al G8 infine
è la linea di Putin a spuntarla: il presidente russo ha imposto che nel comunicato
finale non ci sia un riferimento alle sorti di Asad. E mettendo nuovamente in guardia
l’Occidente sulla inopportunità di armare i ribelli Putin ha detto: “un giorno potrebbero
usare le stesse armi che ora gli fornite contro l’Europa”. Torna inoltre centrale
la questione delle armi chimiche, che tutti i leader compatti condannano. Dall’Inghilterra
inoltre arriva il primo segnale di apertura nei confronti del nuovo Iran di Rohani,
alleato strenuo del regime di Assad. “Se Rohani ha qualcosa da dire – ha detto il
premier britannico – sarà benvenuto a Ginevra”. Sul terreno, intanto, la guerra civile
diventa sempre più una guerra internazionale: ieri un italiano, convertitosi all’Islam,
è stato ucciso. Combatteva contro il regime di Asad. Secondo la comunità del mondo
arabo in Italia, ci sarebbero almeno 40-50 italiani nelle fila della resistenza. Uno
di loro è stato già indagato per terrorismo.