2013-06-19 08:33:19

Albania: la Chiesa chiede di votare per il bene del Paese


“Spero che non ci siano dei disordini” e “auguro che ogni cittadino che vuole il bene del Paese vada a votare e scelga quel partito che ritenga sia meno dannoso per l’Albania di domani. Si tratta di scegliere il male minore in questa fase di transizione che sembra non finire più”. È l’auspicio di Albert P. Nikolla, portavoce dei vescovi d’Albania, in vista delle elezioni politiche di domenica 23 giugno. Nelle scorse settimane l’episcopato albanese ha diffuso un documento in cui invita, tra l’altro, a “prendere parte alle elezioni come occasione di partecipazione attiva alla vita pubblica del Paese”. In un’intervista all'agenzia Sir, Nikolla sottolinea che “i credenti hanno accolto con molto favore il pronunciamento della Chiesa sulle elezioni”, in modo particolare “in questo momento in cui la campagna elettorale è molto confusa. Per questo il documento era indispensabile”. In Albania, spiega il portavoce, “da quando è caduto il comunismo, solo le elezioni del 1992 non sono state contestate. Ogni volta ci sono accuse di brogli, pressioni, furti e altro. Il Paese non è riuscito ancora a organizzare delle elezioni che non siano contestate. Questo perché esiste una mentalità della politica come potere 'su’ e non come potere 'per’ (per dirla con Hans Jonas) e per questo motivo, ogni azione che permette di avere il potere è lecita”. Secondo Nikolla, “sia i partiti di destra sia quelli di sinistra sono ancora schiavi di una mentalità comunista, dove la bugia era totalitaria, e sono pronti a fare dei brogli, qualora questo fosse possibile. Per le votazioni ci sono anche gli osservatori internazionali, ma questi non sono in grado di osservare il voto anche dal punto di vista sostanziale, ossia capire se un cittadino è libero di votare o se subisce pressioni quando è a casa sua o al posto di lavoro. Gli osservatori vedono solo la parte formale del voto nei seggi elettorali. Questo non basta per avere un giudizio veritiero sull’esito elettorale”. I vescovi, prosegue il portavoce, “avevano ragione, nel loro documento, nel puntare l’accento sulle proposte programmatiche, ma anche su questo argomento, ahimè, i partiti seguono la loro logica: niente proposte serie basate su programmi seri ma battute e barzellette, attacchi personali e familiari sugli avversari. I dibattiti tv sono quasi miserabili. Ciò avviene perché non ci sono programmi politici seri che derivino da una politica seria”. Eppure questa tornata elettorale è molto importante per il futuro dell’Albania, anche in chiave europea. Ma anche “l’Europa - conclude - è strumentalizzata in chiave elettorale dai politici: loro non sono seriamente intenzionati e desiderosi di portare l’Albania verso l’Ue”. (R.P.)







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