Albania: la Chiesa chiede di votare per il bene del Paese
“Spero che non ci siano dei disordini” e “auguro che ogni cittadino che vuole il bene
del Paese vada a votare e scelga quel partito che ritenga sia meno dannoso per l’Albania
di domani. Si tratta di scegliere il male minore in questa fase di transizione che
sembra non finire più”. È l’auspicio di Albert P. Nikolla, portavoce dei vescovi d’Albania,
in vista delle elezioni politiche di domenica 23 giugno. Nelle scorse settimane l’episcopato
albanese ha diffuso un documento in cui invita, tra l’altro, a “prendere parte alle
elezioni come occasione di partecipazione attiva alla vita pubblica del Paese”. In
un’intervista all'agenzia Sir, Nikolla sottolinea che “i credenti hanno accolto con
molto favore il pronunciamento della Chiesa sulle elezioni”, in modo particolare “in
questo momento in cui la campagna elettorale è molto confusa. Per questo il documento
era indispensabile”. In Albania, spiega il portavoce, “da quando è caduto il comunismo,
solo le elezioni del 1992 non sono state contestate. Ogni volta ci sono accuse di
brogli, pressioni, furti e altro. Il Paese non è riuscito ancora a organizzare delle
elezioni che non siano contestate. Questo perché esiste una mentalità della politica
come potere 'su’ e non come potere 'per’ (per dirla con Hans Jonas) e per questo motivo,
ogni azione che permette di avere il potere è lecita”. Secondo Nikolla, “sia i partiti
di destra sia quelli di sinistra sono ancora schiavi di una mentalità comunista, dove
la bugia era totalitaria, e sono pronti a fare dei brogli, qualora questo fosse possibile.
Per le votazioni ci sono anche gli osservatori internazionali, ma questi non sono
in grado di osservare il voto anche dal punto di vista sostanziale, ossia capire se
un cittadino è libero di votare o se subisce pressioni quando è a casa sua o al posto
di lavoro. Gli osservatori vedono solo la parte formale del voto nei seggi elettorali.
Questo non basta per avere un giudizio veritiero sull’esito elettorale”. I vescovi,
prosegue il portavoce, “avevano ragione, nel loro documento, nel puntare l’accento
sulle proposte programmatiche, ma anche su questo argomento, ahimè, i partiti seguono
la loro logica: niente proposte serie basate su programmi seri ma battute e barzellette,
attacchi personali e familiari sugli avversari. I dibattiti tv sono quasi miserabili.
Ciò avviene perché non ci sono programmi politici seri che derivino da una politica
seria”. Eppure questa tornata elettorale è molto importante per il futuro dell’Albania,
anche in chiave europea. Ma anche “l’Europa - conclude - è strumentalizzata in chiave
elettorale dai politici: loro non sono seriamente intenzionati e desiderosi di portare
l’Albania verso l’Ue”. (R.P.)