Sud Corea: le religioni marciano insieme per la vita
Oltre tremila persone, di fede e provenienza diversa, hanno marciato insieme per le
vie della capitale sudcoreana per chiedere al governo di "rimettere la santità della
vita al centro della società". L'evento è stato organizzato dalla Federazione pro-life,
organizzazione interreligiosa che da anni si batte a favore delle nascite. Il tema
della manifestazione, che si è svolta nei pressi del distretto di Yeouido, era "La
vita parla, la vita ascolta, la vita cammina!". Prima della marcia (di quasi 4 chilometri)
i rappresentanti della Federazione hanno presentato "Il Principio della vita: le nostre
richieste": un manifesto pro-life per chiedere all'esecutivo di inserire il reato
di omicidio neonatale e di finanziare con dei sussidi le donne incinte e le madri
single. Il presidente della Commissione pro-life della Conferenza episcopale coreana,
mons. Linus Lee Seong-hyo, dice: "La situazione e il dramma dell'aborto in Corea del
Sud non sono cambiati. Al momento, nonostante i grandi successi in tanti campi diversi,
la nostra rimane una nazione sotto-sviluppata dal punto di vista della difesa della
vita. Il governo deve interrompere questo fenomeno e dare alle persone la possibilità
di fare la scelta giusta". Al momento il tasso di natalità coreano si attesta sull'1,05
%, uno dei più bassi al mondo. Consapevole del rischio insito in questi dati, la Chiesa
cattolica è da sempre impegnata in diversi programmi a sostegno della famiglia e della
procreazione. Nel Paese i temi legati alla genetica e alla clonazione sono molto sentiti,
dato che è qui che sono avvenuti i primi esperimenti legati alla riproduzione di cellule
umane. (R.P.)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno
LVII no. 169