Ondata di proteste in Brasile: no alle spese per la Confederations Cup ed i Mondiali
di calcio
Un’ondata di manifestazioni sta scuotendo in queste ore il Brasile. In migliaia sono
scesi in piazza in 11 città per dire stop agli sprechi per l’organizzazione dei mondiali
di calcio e della Confederations Cup. Una protesta pacifica, degenerata però in scontri
a Rio de Janeiro. Il servizio è di Salvatore Sabatino:
''Le manifestazioni
pacifiche sono legittime; è prerogativa dei giovani manifestare''. La presidente Dilma
Rousseff rompe così il silenzio, rivolgendosi direttamente ai giovani che sono riusciti
a salire sul tetto del parlamento di Brasilia. Un gruppo esiguo, avamposto, però,
di quelle migliaia di persone che protestano ormai da giorni in almeno 11 città brasiliane.
Dicono no all'aumento dei prezzi dei trasporti pubblici; dicono no alle spese, definite
eccessive, che il governo ha affrontato per l'organizzazione della Confederations
Cup, e dei Mondiali di calcio del 2014. Una protesta pacifica, degenerata però in
scontri a Rio de Janeiro. Qui le manifestazioni hanno infiammato il centro della città
carioca. Un gruppo di manifestanti ha lanciato bombe carta contro la polizia, che
ha risposto sparando candelotti di gas lacrimogeni e pallottole di gomma. Due agenti
sono rimasti feriti e una decina di manifestanti sono stati arrestati. Il segretario
generale della presidenza brasiliana, Gilberto Carvalho, ha sottolineato che il governo
e la presidente Rousseff sono ''preoccupati'' ed ha garantito che il governo dialogherà
con i movimenti di protesta ma non ''rinuncerà a garantire l'ordine e a far rispettare
la legge''.