2013-06-18 10:51:17

Il card. Filoni negli Emirati Arabi: "La convivenza interreligiosa dei migranti cattolici nella terra cara all'Islam"


E’ rientrato a Roma il cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli che ha compiuto una visita di cinque giorni negli Emirati Arabi. Venerdì scorso, alla periferia di Dubai, il porporato ha celebrato la Messa, davanti a 10mila fedeli, per la consacrazione della nuova chiesa intitolata a Sant’Antonio da Padova costruita su un terreno donato dall’emiro Saud Bin Saqr al Qasimi. Significativo l’incontro con la comunità ecclesiale del vicariato dell’Arabia che comprende 2,5 milioni di cattolici di oltre 90 nazionalità, soprattutto immigrati asiatici. Al card. Filoni, Roberto Piermarini ha chiesto cosa ha significato questa visita per i fedeli degli Emirati:RealAudioMP3

R. - Devo dire che l’occasione è stata l’inaugurazione di una nuova chiesa a Ras al – Khaima, dove i cristiani, dopo aver ricevuto il terreno, hanno voluto una bellissima chiesa che si trova in una zona un po’ all’esterno della città, dove ci sono anche altre espressioni religiose. Ci sono i copti, ci sono i protestanti, i quali hanno ricevuto – anche loro - un po’ di terreno … Noi abbiamo costruito la nostra chiesa con un Centro parrocchiale molto bello. Poiché lì, la presenza dei cattolici è così intensa, abbiamo dovuto fare una chiesa su due livelli. Praticamente la parte superiore è esattamente uguale alla parte sottostante, dove contemporaneamente viene celebrata la Messa. I cristiani erano estremamente felici ed emozionati al momento della consacrazione dell’altare e delle pareti delle chiesa… Si vedeva visibilmente la gioia e l’emozione; alcuni piangevano. Lo stesso vicario apostolico, mons. Paul Hinder, era molto commosso, perché finalmente si realizzava un evento atteso a lungo. Quindi i cristiani in questo hanno visto questa attitudine della Chiesa a voler essere presente accanto a loro, in un Paese dove devono lavorare per guadagnarsi da vivere, e che questa stessa Chiesa, li accompagna dal punto di vista spirituale come anche in tante altre situazioni di emergenza sociale e umanitaria. Per loro, è stato un momento molto bello, di grande aiuto, sollievo e anche di prospettive per il futuro, perché sanno di poter eventualmente andare e trovare qualcuno che li ascolta.

D. – Cardinale Filoni, quale mandato ha affidato a questi cattolici che vivono in un contesto a maggioranza islamica negli Emirati?

R. - Questo è stato uno degli aspetti con cui ho voluto anche qualificare la mia visita, perché, prima di tutto, ho detto loro che tutti noi in quanto cristiani siamo un po’ migranti. La loro condizione sociale di migranti, corrisponde anche a quella spirituale di persone un po’ migranti nella vita. Poi, sono migranti in una terra che è cara all’islam, quindi noi non possiamo prescindere da questa conoscenza, da questa realtà. Per cui, con l’islam condividiamo il principio dell’unico Dio, ma anche la preghiera, l’adorazione dell’Altissimo … Ma bisogna, anche qui, imparare la pratica della convivenza interreligiosa, dove - appunto - ci vuole reciproco rispetto, ma dove ci vuole anche la piena conoscenza della propria fede per non lasciarsi “travolgere” da pressioni, da aspetti diversi, da situazioni ... Questo, quindi diventa anche un approfondimento della propria fede. I nostri cristiani - mi pare - che questo lo comprendano e lo vivano. Dunque per loro è stato un messaggio specifico, particolare, in relazione sia alla loro condizione di migranti, sia alla loro condizione di ospiti in una terra che è – appunto - quella cara all’islam.

D. - Eminenza, Lei ha avuto anche degli incontri con le autorità degli Emirati. Come vedono la presenza della Chiesa?

R. - Direi che negli Emirati c’è molta stima ed attenzione. Le autorità ospitano quasi due milioni e mezzo di cristiani in tutta la Penisola arabica; negli Emirati vivono circa centinaia di migliaia di cristiani e di cattolici. Quindi questi cattolici, questi cristiani contribuiscono alla vita e alla prosperità del Paese: senza di loro tante cose non potrebbero funzionare. Dunque sono coscienti che è una presenza preziosa. Un altro aspetto: se questa è una presenza preziosa, non si può impedire loro di avere punti di riferimento anche spirituali e religiosi. In questo senso, hanno permesso con molto tatto e anche con molta cautela - per non offendere i sentimenti della maggioranza della gente locale - la costruzione di vari siti religiosi. Finora, abbiamo sette parrocchie negli Emirati. Praticamente, su sette Emirati abbiamo sette parrocchie, e abbiamo in previsione la costruzione di un’altra. Dunque io ho trovato stima, attenzione, visitando anche alcune moschee, dove i responsabili, tutti, mi hanno espresso la loro stima, la loro simpatia ed anche la loro curiosità verso il Santo Padre, la sua nuova personalità che viene guardata con molta attenzione e anche con molta stima. Sono un po’ ammirati nel vedere una personalità venuta dall’America Latina, adesso a Capo della Chiesa, che attrae tanti fedeli. Per loro, questo è un aspetto su cui si interrogano.







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