2013-06-18 15:15:10

G8: Unione Europea e Usa verso un accordo di libero scambio


Dal G8 di Lough Erne, in Irlanda del Nord, è arrivato l’annuncio ufficiale del lancio dei negoziati sull’accordo di libero scambio tra Europa e Stati Uniti. Un'intesa tra le due sponde dell'Atlantico che da sole valgono la metà del Pil mondiale, ma che coinvolge le economie maggiormente colpite dalla crisi globale. Quanto questo accordo potrà essere un volano per la ripresa economica del vecchio e del nuovo continente? Salvatore Sabatino lo ha chiesto all’economista Giovanni Marseguerra:RealAudioMP3

R. – La crisi certamente si sta dimostrando ispiratrice di soluzioni nuove. Il progetto, se andrà in porto, darà vita alla più grande relazione commerciale del mondo. Ci saranno miglioramenti dal lato delle barriere doganali, dei meccanismi d’investimento e degli scambi in generale. Sotto molti profili, quindi, la globalizzazione potrebbe avere effetti positivi da una parte e dell’altra. Secondo il presidente Obama, dal punto di vista del mercato del lavoro e dell’occupazione, questo porterebbe alla creazione di circa 30 milioni di posti di lavoro su entrambe le sponde dell’Atlantico. Si tratta, però, di previsioni da andare a verificare.

D. – Ci sono anche dei nodi da sciogliere e resta sul tavolo, ad esempio, la posizione della Francia, che è pronta a battersi per escludere gli audiovisivi. Perché questa posizione così intransigente di Parigi?

R. – La Francia è sempre molto sospettosa di accordi che possano in qualche modo privilegiare l’asse atlantico – anche in questo caso Europa-Usa – a dispetto di quella che è la sua visione più nazionalistica. Io credo che siano più sospetti del momento e che non ci sia dietro un’opposizione concreta. Il presidente Hollande sta affrontando un problema gravissimo di disoccupazione, di disoccupazione giovanile. Quindi, di fronte alle prospettive di un accordo di tale portata, le considerazioni locali o nazionali credo debbano lasciare il posto a riflessioni più da bene comune.

D. – C’è qualche elemento che realisticamente, invece, può o potrebbe bloccare questo accordo di libero scambio?

R. – Ci sono varie interpretazioni riguardo alle ragioni vere, che sottostanno a questo accordo e al fatto che sia stato rilanciato in questo modo dal G8. Una, appunto, è quella che dicevamo prima, di Obama, e serve a far crescere l’occupazione su entrambe le sponde dell’Atlantico. Secondo altri, però, quest’accordo commerciale, che potrebbe presto prendere vita, potrebbe servire a contrastare le nuove economie emergenti o economie emerse. In questo caso, quindi, la paura verso le politiche di prezzo, spinte, che stanno mettendo in difficoltà i Paesi occidentali, potrebbe essere la chiave interpretativa giusta.

D. – Questo vuol dire che la Cina, per esempio, potrebbe mettersi di traverso. Non dimentichiamo che Pechino detiene la maggior parte del debito pubblico americano. Questo potrebbe, dunque, avere delle ricadute concrete...

R. – Certamente, la Cina potrebbe vedere in questo accordo un elemento che va a contrastare il commercio cinese sia verso l’Europa sia verso l’America. Ci saranno certamente dei cambiamenti nelle quote del commercio internazionale. Parte del commercio che andava verso la Cina adesso andrà verso l’Europa e analogamente parte del commercio europeo – penso a quello tedesco ed anche a quello italiano – che fino adesso ha cercato nuovi mercati, troverà un mercato più favorevole negli Stati Uniti.







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