G8: crescita e lavoro. Cameron sulla Siria: divergenze ma tutti per la fine del conflitto
“La nostra urgente priorità è promuovere la crescita ed il lavoro”. Così la bozza
del comunicato finale del G8 tenutosi a Enniskillen, in Irlanda del Nord. Al vertice,
che si è concluso ieri, è stata raggiunta una posizione comune anche sulla lotta all’evasione
fiscale. Sulla Siria vi sono state divergenze ma ''tutti vogliamo la fine del conflitto'',
ha detto il primo ministro britannico, David Cameron, nella conferenza stampa finale.
E per il premier italiano Enrico Letta dal summit vengono intese che spingono le politiche
del governo. Il servizio di Debora Donnini:
Lavoro e crescita
e una lotta coordinata all’evasione fiscale: sono i due temi che hanno visto il consenso
degli otto leader mondiali riuniti per due giorni. "Sostegno alla domanda, sicurezza
delle finanze pubbliche e riforme": le 3 ricette per promuovere crescita e lavoro
specialmente per i giovani e i disoccupati a lungo termine, dice la bozza del comunicato
finale. Sul fronte della lotta ai paradisi fiscali, dal G8 esce l’impegno allo scambio
automatico di informazioni fra autorità fiscali. E per le multinazionali si vuole
lavorare ad un modello comune perché dichiarino dove realizzano i profitti e dove
pagano le tasse nel mondo. Anche la politica internazionale ha avuto il suo spazio
al summit nordirlandese. Sulla Siria ''non è un segreto che vi siano state divergenze''
ma ''tutti vogliamo la fine del conflitto'', ha detto il primo ministro britannico,
David Cameron, nella conferenza stampa finale. C’è una dichiarazione forte, sottoscritta
anche dalla Russia, specifica Cameron. Si auspica, dunque, una inchiesta dell’Onu
sul presunto uso di armi chimiche. Grande soddisfazione per il vertice dal premier
italiano Enrico Letta. E’ emerso ''un grande ombrello” di intese “che - ha detto
- spingono le politiche del mio governo; ho trovato molte conferme e stimoli molto
forti''. L’Italia non è un sorvegliato speciale, specifica ribadendo che gli impegni
con l’Ue saranno mantenuti. Letta poi annuncia che vertice italo-russo si terrà in
autunno a Trieste e che dal G8 è venuta fuori una pressione che ormai darà risultati
senza ritorno sul tema della lotta ai paradisi fiscali.
Ma cosa significa
concretamente questo vertice per l’Italia? Debora Donnini lo ha chiesto a Tommaso
Cozzi, professore di economia all’Università di Bari:
R. – Credo
che possa rappresentare un Vertice della speranza, nel senso che forse è iniziato
un cambiamento culturale. Di concreto, francamente, non credo ci sia nulla, se non
delle intenzioni. Ma se non passiamo almeno ai propositi, il cambiamento culturale
che ha portato ad una politica basata esclusivamente sul rigore, non potrà mai cambiare
in una politica orientata alla crescita.
D. – Uno dei temi forti, dal punto
di vista economico, è la lotta ai paradisi fiscali, coordinata. Da questo G8, cioè,
esce l’impegno allo scambio automatico di informazioni fra autorità fiscali. Questo
è un punto importante e rivoluzionario?
R. – Credo che questo sia un risultato
concreto. La necessità di scambiarsi informazioni è soprattutto rivolta ai grandi
evasori, dove in realtà poi si annida la stragrande maggioranza della quota evasa
al fisco delle varie nazioni. Sicuramente, quindi, questo è un risultato importante.
E’ stata declinata, infatti, una specie di road map in dieci punti, in cui si definiscono
i passi da compiere per la lotta all’evasione fiscale internazionale.