Al G8 in Irlanda del Nord nessun accordo Usa-Russia sulla Siria
Intensi i lavori ieri in Irlanda del Nord dove si è aperto il Vertice G8, sotto la
presidenza della Gran Bretagna. Tra temi economici e della crisi in agenda, ha trovato
spazio anche il dibattito sulla sanguinosa guerra civile in Siria; tema su cui Stati
Uniti e Russia non hanno trovato accordo. Il servizio di Sagida Syed:
La Siria ha
dominato la prima giornata del G8 in Irlanda del Nord con le profonde divisioni tra
America – sostenuta dalla Gran Bretagna – e Russia sulla cessione di armi ai ribelli
del regime di Assad. Ma il summit si concentra anche sulla presente situazione economica
mondiale, con una prospettiva ancora negativa su una svolta a breve termine per l’Eurozona.
Il presidente Barak Obama, in conferenza stampa, ha annunciato l’avvio dei negoziati
per un accordo di libero commercio tra Stati Uniti ed Unione Europea, che porterà,
nei prossimi anni, alla creazione di milioni di posti di lavoro. Nel mirino del leader,
anche la lotta all’evasione fiscale, le politiche di bilancio dei Paesi dell’Ue e
il contro – terrorismo. Per l’Italia, occhi puntati sugli incontri bilaterali tra
il presidente del Consiglio Enrico Letta, il presidente americano e il presidente
russo sui temi di crescita e di lavoro.
E la notizia dei possibili aiuti militari
europei agli insorti siriani ha provocato la dura reazione del presidente Assad. Il
servizio di Marina Calculli:
Mentre l’Europa
è sempre più decisa ad armare i ribelli, da Damasco Asad lancia un anatema. In un’intervista
rilasciata ad un quotidiano tedesco, il rais ha detto: “se gli occidentali forniranno
armi ai terroristi, questi sempre più minacceranno anche il loro territorio. L’Europa
stessa pagherà un prezzo molto alto”. E sulle armi ai ribelli è tornato ieri anche
Putin dal meeting del G8. Già alla vigilia dell’appuntamento irlandese il presidente
russo aveva messo in guardia gli occidentali sulla decisione di armare rappresentanti
illegittimi. Ieri Putin ha ribadito che si opporrà a qualsiasi intervento che bypassi
la soluzione politica e che ostacolerà con la massima fermezza una possibile no-fly
zone sulla Siria. “Guardate cosa è successo il Libia - ha detto il presidente - non
permetteremo che uno scenario del genere si ripeta”. Dall’altro lato Hollande replica:
“Sulla Siria non avremo mai una posizione comune”. Più conciliante Obama si dice d’accordo
con il suo omonimo russo sulla opportunità di non far cadere nel vuoto l’ipotesi del
Ginevra 2 e del negoziato politico. Convergenza c’è pure sul divieto delle armi chimiche.
“Le posizioni sono diverse – ha detto Obama – ma entrambi vogliamo la fine delle violenze”.