Una foresta in ricordo del card. Martini. Il rabbino Laras: segno forte di dialogo
ebraico-cristiano
Ebrei e cristiani insieme per piantare una foresta in Israele in memoria del cardinale
Carlo Maria Martini: è l’iniziativa voluta dal rabbino Giuseppe Laras, già rabbino
capo di Milano e grande amico del porporato scomparso l’anno scorso. Proprio domenica
scorsa, è stato piantato il primo albero di questa foresta nella zona di Tiberiade,
in Galilea, luogo particolarmente simbolico sia per i cristiani che per gli ebrei.
Sull'idea che ha dato vita a questa iniziativa, Alessandro Gisotti ha intervistato
proprio il rabbino Giuseppe Laras:
R. - Nasce dalla
constatazione del grande amore e attaccamento che Martini aveva per la terra di Israele.
Abbiamo pensato di piantare una foresta di alberi in Alta Galilea. E ieri, infatti,
in Israele è stata inaugurata con la piantagione di un albero. Questo sta a simboleggiare
il collegamento, il legame, l’attaccamento di Martini alla terra di Israele.
D.
- Lei che ha fortemente voluto questa iniziativa, ha anche subito voluto coinvolgere
cristiani ed ebrei: questo è anche molto significativo e importante, pensando a quanto
il cardinale Martini si sia impegnato - lungo i decenni, potremmo dire - per il dialogo
tra ebrei e cristiani…
R. - Certo. Io lo ricordo bene che, quando ci siamo
conosciuti, proprio nel 1980, quando lui entrava nella diocesi di Milano e io prendevo
il posto di Rabbino Capo a Milano, una delle sue preoccupazioni primarie fu quella
di dare un nuovo impulso al dialogo ebraico-cristiano, che stava un pochino languendo.
Da allora prendemmo insieme diverse iniziative dirette a rilanciare un po’ il dialogo.
Sicuramente il dialogo è un qualcosa che è molto legato alla sua figura.
D.
- Questa foresta ovviamente non è solo memoria, ma evidentemente si proietta anche
verso il futuro: questo luogo diventerà, nel tempo, caro ad ebrei e cristiani…
R.
- Diventerà una grande foresta dedicata al nome di Martini. Dato che il nome di Martini
è legato e sarà sempre legato a questo attaccamento verso la terra di Israele, ma
anche all’attaccamento per il dialogo, per questo discorso comune che doveva riprendere
e che era ripreso fra cristiani e ebrei, questa foresta sarà un punto di incontro
molto importante per Israele, che simboleggerà questo rilancio del dialogo e dialogo
vuol dire andare in direzione della pace, perché fra ebrei e cristiani, per duemila
anni non c’è stato alcun momento - prolungato almeno - di fraternità o di sentimenti
di amicizia. Lui questo lo sottolineava e diceva spesso: “Noi dobbiamo ripercorrere
a ritroso un cammino, che è stato tutto sotto un altro segno”. Per cui la foresta
di Tiberiade in memoria di Martini è sicuramente un qualche cosa che resterà e nella
memoria e nei fatti. Sarà anche un qualcosa di simbolicamente molto forte.