Roma, il Papa apre il Convegno diocesano. Il card. Vallini: una fede forte regge la
crisi
“Io non mi vergogno del Vangelo”. L’affermazione di S. Paolo dà il titolo alla catechesi
con la quale stasera, alle 19.30, in Aula Paolo VI, Papa Francesco aprirà il suo primo
Convegno pastorale diocesano di Roma. La netta affermazione del titolo richiama l’incisività
dello stile comunicativo al quale il Papa da tre mesi ha abituato la Chiesa. Sulla
scelta del tema e lo sfondo sul quale il Convegno è stato preparato, Alessandro
De Carolis ha sentito il cardinale vicario Agostino Vallini:
R. – Il tema
è venuto perché al Santo Padre ho chiesto di tenere una catechesi su un testo paolino
ed un brano della Lettera ai Romani, dove San Paolo esprime proprio la sua ansia pastorale
con questa espressione: “Io non mi vergogno del Vangelo”. Naturalmente, mi sembra
proprio molto congeniale all’attività di magistero di Papa Francesco e, quindi, questa
sera ci aspettiamo che il Papa ci aiuti ad assumere maggiore coraggio nel vivere prima
e nel testimoniare il Vangelo poi.
D. – Come vi siete preparati a questo incontro?
R.
– E’ un appuntamento annuale che nasce dall’esperienza pastorale di un anno intero
e che diventa occasione di riflessione per approfondire e anche per progredire in
quella visione del progetto pastorale di questi anni, che ha posto la questione della
missione della Chiesa a Roma all’attenzione della Chiesa stessa.
D. – In questa
contingenza storica la Chiesa capitolina sta vivendo una nuova primavera come testimonia
la corrente di entusiasmo che da tre mesi accompagna il nuovo vescovo di Roma. La
situazione sociale, invece, non è altrettanto serena. Come conciliate la gioia di
questi momenti con la durezza del periodo?
R. – Io la concilio in questo modo:
nella misura in cui cresce la vita cristiana bella, ricca, affascinante, capace di
testimonianza credibile, si riesce ad affrontare anche le difficoltà, la crisi, con
la forza e la pazienza del Signore. Quindi, non ci dobbiamo lasciarci scoraggiare
dalle difficoltà, ma renderci particolarmente adatti a testimoniare la bontà del Vangelo,
così che i cristiani a Roma siano quelli che si rimboccano le maniche ancora di più
e sappiano anche condividere e partecipare, portando gli uni i pesi degli altri.
D.
– Come risponderebbe in sintesi alla domanda: dove sta andando attualmente il corpo
ecclesiale della città?
R. – Io penso di poter rispondere con questa semplice
espressione: è un corpo ecclesiale che cammina con una crescente consapevolezza e
passione pastorale, affronta le sfide del tempo: quelle della cultura, quelle della
vita, anche gli aspetti più difficili, più problematici, quelli che riguardano i valori,
messi in discussione. Ma con il coraggio di una testimonianza che possa aiutare quantomeno
chi non è nella comunità ecclesiale, a pensare, a domandarsi: “Ma che senso ha la
vita?”. La nostra risposta è: solo nel Signore Gesù, troveremo salvezza.