Centrafrica: violenze e saccheggi ai danni della popolazione
Dopo il colpo di Stato con il quale il gruppo ribelle Seleka ha rovesciato il presidente
Bozizè, la Repubblica Centrafricana non riesce a trovare stabilità. Violenze e razzie
si susseguono giornalmente ai danni soprattutto della popolazione civile. Intanto
il governo di unità nazionale cerca di avviare un difficile processo di pacificazione.
Ce ne parla Giulio Albanese:
Il nuovo governo
centrafricano, composto da 34 personalità, frutto di un rimpasto annunciato la scorsa
settimana, annovera al suo interno otto nuovi ministri, esponenti della società civile,
dell’ex maggioranza e dell’ex opposizione democratica. Ma i ribelli della coalizione
Séléka, mantengono i dicasteri chiave - Sicurezza, Petrolio, Acque/Foreste e Comunicazione
– mentre il presidente di transizione e capo della Séléka, Michel Djotodia, mantiene
anche l’incarico di ministro della Difesa ad interim. Sta di fatto che da quando la
coalizione Séléka ha cacciato l’ex Presidente François Bozizé, la popolazione è vittima
di sopraffazioni d’ogni genere che vanno dalle esecuzioni sommarie, alle violenze
sessuali; da arresti di membri dell’opposizione a torture, sparizioni, reclutamento
di bambini soldato e saccheggi. Il dato più inquietante è rappresentato dai costanti
attacchi mirati in base all’appartenenza religiosa ed etnica. Non è un caso se gran
parte dei ribelli del Séléka sono ciadiani e sudanesi di fede islamica. È comunque
urgente portare aiuto umanitario a una popolazione in pericolo e favorire allo stesso
tempo il ristabilimento del processo democratico. Prima che sia troppo tardi.