Tragedia nel Canale di Sicilia, muoiono in 7. Mons. Perego: nuova politica Ue
Dopo gli sbarchi a ripetizione di immigrati sulle coste italiane, il centro di accoglienza
sull’isola di Lampedusa è di nuovo sull’orlo del collasso. I dati aggiornati indicano
in 855 gli extracomunitari ospitati nella struttura a fronte di una capienza massima
prevista di 300 persone. Gli ultimi arrivi sono avvenuti nella tarda serata di domenica
per un totale di circa 150 persone. Negli occhi restano le immagini della tragedia
sempre di domenica, che ha visto almeno 7 persone annegare nel Canale di Sicilia mentre
erano aggrappate a una gabbia per tonni assieme ad altre dozzine di naufraghi. Un
altro tragico episodio che impone delle riflessioni come afferma mons. Giancarlo
Perego, direttore della Fondazione Migrantes, al microfono di Alessandro Guarasci:
R. – Certamente
questa tragedia, che avviene a pochi giorni dalla Giornata internazionale del Rifugiato
e dalla celebrazione che ogni anno si tiene in Santa Maria in Trastevere per i morti
del mare, aggiunge altri nomi ai duemila che ormai sono i morti del mare, in questi
ultimi anni, soprattutto nel Mediterraneo. E stimola, in un momento di discussione,
di revisione di una legge sull'asilo di carattere anche europeo, a strumenti nuovi,
che possano creare canali umanitari per fuggire da situazioni soprattutto in Medio
Oriente, ma anche in Nord Africa. Al contempo serve un pattugliamento che sappia accompagnare
questi migranti nel contesto di una situazione nuova di accoglienza. Questa tragedia
spinge, quindi, ancora una volta, ad una politica sociale europea, che guardi al mondo
dei richiedenti asilo e dei rifugiati con più attenzione.