Superman si rinnova: al TaorminaFilmFest, "l’Uomo d’acciaio", del regista Zac Snyder
Serata d’apertura ieri sera del TaorminaFilmFest all’insegna del cinema spettacolare,
ma non solo: sull’immenso schermo allestito nel Teatro Antico anteprima internazionale
de L’Uomo d’acciaio, il nuovo film dedicato a Superman, nei cinema italiani
a partire da giovedì prossimo. Il regista americano Zac Snyder rinnova profondamente
i contenuti della saga del super-eroe dandogli un’inattesa profondità. Il servizio
è di Luca Pellegrini:
Intere generazioni
di ragazzi hanno seguito le mirabolanti avventure del loro eroe preferito, una tuta
blu elettrico e un mantello rosso spiegato al vento. Il cinema se ne è impossessato
dal 1948, molti i tentativi più o meno riusciti. Ora si affronta di nuovo la sfida,
affidandola a un regista visionario come Zac Snyder attorniato da un cast eccellente.
Pur dispiegando grandi mezzi spettacolari, il film si allontana però dagli stereotipi,
concentrandosi sulla dimensione umana di un uomo diverso da tutti, al quale Henry
Cavill offre uno spessore meno muscolare e più riflessivo. Snyder l’ha precisato presentando
il suo kolossal al pubblico: “Non abbiamo voluto chiamare il film Superman, ma L’uomo
d’acciaio semplicemente perché ci interessava mettere prima la parola uomo a super.
Abbiamo voluto andare oltre i canoni rigidi della mitologia, tornare indietro nel
tempo per capire la sua natura soprannaturale, come scopre la missione affidatagli
dal padre Jor-El prima che Krypton, il loro pianeta, imploda”. Numerosi i momenti
del bellissimo film in cui Kal-El, d’acciaio sì, ma con un cuore simile al nostro,
s’interroga dubbioso. E lui stesso ci spiega perché è arrivato sul nostro pianeta
diffidente, a difenderci dalla guerra che il generale Zod, kryptoniano pure lui, ha
scatenato contro di noi: per dare Speranza agli uomini. Quella S sul suo costume,
prima di indicare chi sia, simboleggia il motivo del suo essere qui sulla Terra. Una
dimensione cristologica ribadita da Snyder e da molti dialoghi della sceneggiatura.
“Mio padre pensava che se il mondo avesse scoperto chi ero, mi avrebbero respinto.
Era convinto che il mondo non fosse pronto”, confessa Superman, che prima di iniziare
la battaglia decisiva, dopo aver salutato i genitori terrestri adottivi, entra in
una chiesa e dialoga con un sacerdote per trovare luce nella sua oscurità. Tutti i
protagonisti a ribadire poi il valore centrale della famiglia: nel mondo da cui Superman
è partito e su quello in cui, incompreso e solo, è involontariamente arrivato.