La maggioranza fa quadrato attorno al governo sul dl del fare
Pieno sostegno della maggioranza al governo per il decreto del fare varato sabato
sera. Ottanta articoli che prevedono semplificazioni, maggior accesso al credito,
e opere pubbliche. Anche Silvio Berlusconi parla di grande risultato. Paola Simonetti:
Sulla carta
sembrano piccoli rivoluzioni quelle messe in campo dal decreto ribattezzato "del fare"
dal premier Letta, varato dal governo per far ripartire l'Italia. Un provvedimento
che vuole alleggerire l'ingolfamento della giustizia con l'obbligo di ricorrere alla
mediazione civile per ridurre gli arretrati nei tribunali e tagliare oltre un milione
di processi in cinque anni. Stretta dunque sulla burocrazia, ma anche sull'operato
di Equitalia che non potrà più pignorare la casa di chi ha un debito con il Fisco.
A beneficio delle famiglie in vista sconti sulla bolletta energetica pari a circa
550 milioni di euro accanto alla liberalizzazione completa dell'accesso a Internet.
Fra i capitoli cruciali del provvedimento anche la correzione degli errori burocratici
per rendere più semplice l'accesso alla cittadinanza italiana da parte degli immigrati
che abbiano raggiunto la maggiore età. Sul fronte di imprese e infrastrutture previsti
circa 8 miliardi, senza tralasciare quella che Letta vede davvero come una "rivoluzione",
ovvero il pagamento di un indennizzo da parte degli uffici pubblici inadempienti nei
confronti del cittadino. Pronti infine fondi per edilizia scolastica e cinematografia.
Misure che Berlusconi ha definito "un grande risultato" frutto di "un fatto epocale":
"la collaborazione tra destra e sinistra dopo decenni di contrasti. Soddifazione anche
da parte di Pd e Scelta Civica. Per la Lega si tratta invece di un altro libro dei
sogni.
Il dl del fare contiene una serie di semplificazioni. Per esempio: la
certificazione del titolo di studio anche in inglese e facilitazioni nel riconoscimento
della cittadinanza ai nati da genitori stranieri, due sole date all'anno per far scattare
gli obblighi delle imprese. Per le aziende sarà poi più facile accedere al credito.
Alessandro Guarasci ha sentito il commento di Nunzio Bevilacqua dell’Associazione
Nazionale Studio Problemi Credito:
R. – Lo snellimento,
anche attraverso l’utilizzo più massiccio degli invii telematici, sarà una cosa sicuramente
a vantaggio delle procedure, oggi sicuramente farraginose. Per quanto riguarda gli
aspetti propriamente tecnici dell’aiuto alle piccole e medie imprese, dovremmo vedere
come si attuerà soprattutto la norma dell’affossamento del fondo di garanzia per le
piccole e medie imprese.
D. – Potenzialmente, però, ci sono agevolazioni per
le aziende che vogliono ottenere un credito attualmente...
R. – L’art. 2 in
modo particolare prevede, comunque, un finanziamento per le imprese che vogliono per
esempio aggiornare il loro parco-macchinari. Questa è una cosa sicuramente a favore
della competitività. La limitazione è però quella dei fondi. Per il 2014, infatti,
i fondi sono di soli 15 milioni, di 42 milioni per il 2015 e di 70 milioni fino al
2019. Cosa abbastanza esigua, ovviamente, per le esigenze delle piccole e medie imprese.