Il saluto di mons. Fisichella al Santo Padre: “Rispettare, amare e servire la vita
umana”
Vengono da diverse parti del mondo, ma hanno in comune “un impegno che va oltre il
confine delle nazioni” e danno testimonianza, come dice il Vangelo di Giovanni, che
“la vita si è fatta visibile“. Questo l’esordio dell’indirizzo di saluto che il presidente
del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, mons. Rino
Fisichella, ha rivolto al Papa al termine della Messa per la Giornata dell’Evangelium
Vitae, ringraziandolo per il suo sostegno e la forza della sua testimonianza. Alla
celebrazione di ieri mattina ha partecipato una folta rappresentanza del “popolo della
vita”, “uomini e donne che sotto l’azione della grazia hanno toccato con mano la ‘carne
di Cristo’ e ne hanno difeso la dignità”. Sono testimoni dell’amore, che non hanno
fatto mai mancare la propria vicinanza a “bambini lasciati soli, donne abbandonate,
malati cronici, portatori di handicap, persone in fin di vita, emarginati, esclusi
e quant’altro il peccato e l’egoismo dell’uomo producono”. “Nell’Anno della Fede –
ha aggiunto il presule – era importante che un momento di riflessione e di preghiera
fosse dedicato a quanti sono testimoni dell’Evangelium Vitae. La loro passione quotidiana
mostra con evidenza l’impegno per la piena promozione della vita umana e per la sua
difesa”. Nel rinnovare l’appello affinché “tutti abbiano a rispettare, difendere,
amare e servire la vita umana”, mons. Fisichella ha specificato che non si tratta
di una prerogativa di noi cristiani, ma è “un cammino comune fatto insieme a tanti
uomini e donne che pur non avendo la nostra fede condividono comunque il nostro annuncio
e l’impegno”. (A cura di Roberta Barbi)