2013-06-15 12:17:42

Il commento al Vangelo dell.11.ma Domenica del tempo ordinario


Nell’11.ma Domenica “per annum”, la liturgia proclama il Vangelo della peccatrice perdonata:

"Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato".

Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di Don Ezechiele Pasotti, Prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:RealAudioMP3

Il Vangelo di oggi si conclude con la notazione dell’evangelista Luca che Gesù “se ne andava per città e villaggi predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio”. Proprio questa buona notizia ha raggiunto il cuore della “peccatrice” della città, dove Gesù si trova invitato a pranzo da un fariseo. Vi si reca anche la donna, con un vaso di profumo. E compie su Gesù due gesti di amore e di accoglienza che il fariseo, nella sua arroganza, si è ben guardato dal compiere: piangendo bagna i piedi del Signore e glieli asciuga con i suoi capelli, poi glieli profuma e bacia. Il gesto turba il fariseo che finalmente rivela ciò che ha nel cuore: il giudizio. “Se fosse un profeta saprebbe bene chi è la donna che lo tocca”.

Gesù, che è venuto per i peccatori – e quindi anche per il fariseo – lo mette nella verità. Narra una breve parabola su due debitori a cui è stato condonato il debito e fa dire a Simone – ora viene detto il nome del fariseo – che il debitore a cui maggiormente si perdona, ama di più. Quell’acqua che lui, fariseo osservante della Legge, non ha saputo, o voluto, porgere, e quel bacio di accoglienza che non ha offerto all’ospite, questi il Signore li ha ricevuti da un cuore di donna che ama, perché molto le è stato perdonato. Ora la peccatrice se ne va rinnovata, riconciliata, mentre di Simone non sappiamo nulla: forse, nella sua pretesa di giustizia, non ha bisogno di grande perdono e, per questo, semplicemente non ama. Il Vangelo interpella anche noi oggi: dove siamo? Nel giudizio, senza amore, o con il cuore grato, per il perdono ricevuto? L’Eucaristia è sempre esultazione gioiosa per la salvezza che ci è donata.







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