Programma Oms per sconfiggere la Schistosomiasi, la seconda malattia più diffusa in
Africa
E’ la malattia tropicale più comune in Africa dopo la malaria. Si chiama Schistosomiasi
e colpisce oltre 200 milioni di persone ogni anno, uccidendone almeno 200mila. Una
mattanza silenziosa, che avviene nel silenzio più totale, a causa dell’assoluta assenza
di informazione. La patologia, di origine parassitaria, è molto diffusa in aree tropicali
e sub–tropicali, in comunità povere, senza accesso ad acqua potabile e in assenza
di adeguate condizioni igieniche. Si diffonde nelle acque dolci, nelle quali il parassita
può infettare una persona mentre lavora, nuota, pesca, o lava il bucato. Il praziquantel
è l’unico ingrediente attivo con il quale possono essere trattate tutte le forme di
schistosomiasi. E’ ben tollerato e per questo è entrato a far parte della lista dei
farmaci essenziali dell’OMS. Proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta conducendo
un programma di diffusione del farmaco, in collaborazione con Merk Serono, che fornisce
gratuitamente oltre 250 milioni di compresse ogni anno. Salvatore Sabatino
ha intervistato Stefan Oschmann, amministratore delegato della casa farmaceutica:
R. – We started
this partnership in 2007, together with the World Health Organisation … Abbiamo
iniziato questo programma, in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della Sanità,
nel 2007. Abbiamo un prodotto che è il più efficace per combattere questa malattia,
la schistosomiasi, e abbiamo incominciato a donare questo nostro farmaco nel 2007.
L’anno scorso ci siamo impegnati a fornire questo medicinale per il tempo necessario
a debellare questa malattia. Attualmente forniamo 250 milioni di compresse all’anno.
D.
– Quali sono le caratteristiche di questa malattia? E soprattutto, mi ha impressionato
molto quando ha detto: “Ho visitato molti Paesi africani, ho incontrato questi bambini
e in realtà la loro immagine era quella di bambini molto più piccoli”, perché questa
è una malattia che influisce anche molto sulla crescita …
R. – It is an ugly
disease. It is present in many Countries in Africa, wherever … E’ una brutta malattia,
presente in molti Paesi africani, ovunque si trovi acqua stagnante in cui i bambini
giocano o gli adulti lavorano. Il verme passa attraverso la pelle e va a colpire gli
organi interni quali la milza, il fegato … Gli effetti sono rallentamenti nella crescita,
malattia e spesso la morte: sono circa 100 mila i bambini che muoiono ogni anno, in
Africa, a causa di questa malattia.
D. – Quali sono i Paesi coinvolti in questo
vostro progetto, in Africa?
R. – It is in Countries, as I said, where you have
standing water, so in some … Nei Paesi in cui, come ho detto, ci sono acque stagnanti:
questo significa che in alcuni dei Paesi più aridi questa malattia non si trova, pur
essendo poi diffusa ad Est e ad Ovest, da Nord a Sud: in linea di massima, tutti i
Paesi africani ne sono colpiti, con pochissime eccezioni. Noi lavoriamo insieme all’Organizzazione
mondiale della Salute e così il primo passo è quello di entrare nel Paese e chiedere
al governo il consenso a fare della lotta a questa malattia una priorità altissima
nel suo programma sanitario. In questo caso, le tre parti collaborano. Recentemente
siamo stati in Kenya, in Namibia, abbiamo progetti in Nigeria, in Etiopia … in molti,
molti Paesi. I Paesi sono scelti dall’Oms.
D. – Questo mi porta poi ad una
domanda importantissima, per quanto riguarda il controllo della distribuzione dei
medicinali: purtroppo, sappiamo che in Africa ci sono logiche clientelari, per cui
spesso le cure non raggiungono tutte le regioni o tutto il territorio del Paese. Voi
controllate che queste cure arrivino davvero a tutti?
R. – The distribution
and logistics of medicines in Africa is indeed a problem. … La distribuzione e
la logistica riguardo ai medicinali è veramente un problema, in Africa. Ci sono soltanto
pochi Paesi in cui non ci sono sistemi istituzionalizzati, in alcuni Paesi ci sono
disordini, guerre civili … è molto, molto difficile mettere in pratica una distribuzione
di alta qualità. Noi lavoriamo con partner come Usaid – che è l’agenzia americana
di aiuto – con la Sci britannica, e poi direttamente con l’Oms che è specializzata
nella distribuzione dei medicinali. Contattiamo molte compagnie farmaceutiche chiedendo
loro di unirsi nell’impegno per garantire che i loro prodotti, capaci di combattere
queste malattie tropicali trascurate, arrivino alla gente che veramente ne ha bisogno.
D.
– Un’ultimissima domanda, allargando un po’ la prospettiva: voi agite anche sul piano
del controllo della contraffazione dei farmaci, che è un’altra piaga a livello mondiale.
Questo, ovviamente, non riguarda solo l’Africa, ma soprattutto i Paesi asiatici e
dell’America Latina. State distribuendo un prodotto che, di fatto, è una piccola postazione
di controllo, che si chiama “Minilab”: come funziona?
R. – “Minilab” is a portable
laboratory which research institutions or … Il “Minilab” è un laboratorio portatile
che le istituzioni di ricerca o le autorità nei Paesi in via di sviluppo possono utilizzare
per individuare medicinali falsi. A tutt’oggi, abbiamo distribuito circa 600 di questi
laboratori portatili in 80 Paesi e le autorità lo utilizzano per analizzare i medicinali
e quando trovano medicinali “falsi” prendono le misure del caso. Questo non ha nulla
a che fare con i medicinali “generici”: qui si tratta di veri e propri falsi nel campo
della medicina, e questo è un crimine perché la gente muore e soffre per avere assunto
medicinali falsi. E’ un grande problema di salute pubblica, in particolare in Africa,
e noi cerchiamo di dare un contributo alla soluzione di questo problema.
D.
– La domanda che si è posto anche lei, mettendosi nei panni di noi giornalisti: perché
fate tutto questo?
R. – We have about 40.000 employees in the world; we have
many stakeholders … Nel mondo, abbiamo circa 40 mila dipendenti oltre a molte persone
interessate alla nostra attività e tutti si aspettano da noi che ci comportiamo in
maniera responsabile. Sapere che facciamo qualcosa che aiuta la gente, da una grande
carica ai nostri dipendenti. Crediamo anche che favorisca il buon nome della nostra
impresa: pensiamo che nel nostro mondo, ogni impresa che si muove in campo farmaceutico,
chimico e della salute, debba assumere un alto livello di responsabilità nella sua
attività, e noi vogliamo essere i leader.