2013-06-14 08:20:12

La Nato chiede a Damasco verifiche sulle armi chimiche


Il governo siriano deve garantire l'accesso alle Nazioni Unite affinché possano indagare sull'uso di armi chimiche nel conflitto. E’ quanto afferma il segretario generale della Nato, Rasmussen, ribadendo che l'uso di armi chimiche è inaccettabile. Gli Stati Uniti hanno dichiarato di averne accertato l'uso da parte del regime di Assad. Ora gli Stati Uniti dovrebbero essere pronti, anche se nessuna decisione è stata presa, a dare il via libera alla fornitura di armi ai ribelli, organizzando con gli alleati una 'no fly zone limitata' che servirà anche per proteggere i rifugiati. Ma dalla Russia arriva l’accusa del presidente della Commissione Esteri della Duma vicino al Cremlino, Alexiei Pushkov: “le informazioni sull'uso di armi chimiche da parte di Assad sono state costruite” dagli Usa come “le bugie sulle armi di distruzione di massa di Saddam Huessein'', scrive su Twitter. Da Washington, il servizio di Francesca Baronio:RealAudioMP3

L’amministrazione Usa ha raggiunto la prova che il Regime di Damasco ha usato armi chimiche, uccidendo almeno 100 persone, e Obama ne trarrà le conseguenze. L’annucio è giunto ieri da Ben Rhodes, vice Consigliere per la sicurezza nazionale, del presidente Barack Obama. Secondo la Casa Bianca "sono state usate armi chimiche di diverso tipo, incluso il Sarin, un gas nervino". Da qui l’annuncio che gli Stati Uniti si preparano ad intervenire in maniera più consistente nel conflitto siriano. Inizia dunque il processo che potrebbe portare ad armare alcune unità dei ribelli. Al tempo stesso, sottolinea Rhodes, "abbiamo messo al corrente la Russia delle prove di cui disponiamo, puntando a discutere al G8" della prossima settimana , "misure condivise". L’Amministrazione ha quindi superato una posizione da molti considerata poco “coraggiosa”, criticata sia dai repubblicani, ma anche da alcuni democratici. L’ultima, autorevole critica, era arrivata solo qualche giorno fa dall’ex-Presidente Clinton. Resta ora da vedere, se l’odierna svolta di policy della Presidenza Obama, possa facilitare l’auspicata adesione della Coalizione dell’Opposizione Siriana, alla Conferenza Internazionale di Ginevra 2 .

Due anni di conflitto in Siria hanno mietuto circa 93 mila vite, 6.500 delle quali bambini. Lo ha affermato ieri l’Alto Commissario Onu per i diritti umani, nello stilare un bilancio da molti ritenuto inferiore alla realtà. Nel frattempo, gli scontri armati nel Paese proseguono intensi, con l’aeroporto di Damasco preso di mira nelle ultime ore dalle forze anti-Assad. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Mentre le cancellerie discutono di “linee rosse” superate o meno, di Conferenze di pace o di forniture di armi agli insorti, arrivano le nuove cifre dell’Onu, forse sottostimate, a restituire le dimensioni di una tragedia che, terribile a dirsi, da quasi un anno a questa parte avanza alla media di 5 mila morti al mese, per un totale di 93 mila uccisioni dallo scoppio delle ostilità nel marzo 2011. Il bilancio è dell’Alto Commissario per i Diritti Umani, Navi Pillay, che parla di livelli di perdite di vite umane “oltraggiosamente alti”. Lo studio dell’Onu documenta i casi di morte dal marzo 2011 all’aprile di quest’anno, evidenziando purtroppo l’uccisione di oltre 6.500 minori. I numeri non sembrano intaccare i piani delle due parti. Ieri, l’aeroporto di Damasco è stato centrato da due colpi di mortaio, provocando il ferimento di un addetto e il ritardo del traffico aereo. Ma secondo gli esperti, la battaglia cruciale sembra svolgersi a Homs – città vicina agli Assad, e l'alta valle della Bekaa libanese, roccaforte degli Hezbollah.







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