2013-06-14 11:37:38

Congresso Mondiale di Oncologia: la centralità del paziente negli ospedali cattolici


La centralità del paziente come cura di sostegno essenziale, capace di ridonare serenità in un momento di grande sofferenza. E' l'esperienza portata dagli ospedali cattolici al Congresso mondiale di Oncologia, svoltosi nei giorni scorsi a Chicago. Evento che ha riunito oltre 30mila espertti provenienti dai cinque continenti. Tra questi il dott. Evaristo Maiello, responsabile del reparto di Oncologia dell'Ospedale "Casa Sollievo della Sofferenza" di San Giovanni Rotondo. Una struttura complessa, di altissima specializzazione, ma che negli anni ha confermato l'impegno alla centralità del paziente. Il nostro inviato negli Stati Uniti, Salvatore Sabatino, lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. - Questo è l’appuntamento annuale più importante per noi oncologi, perché qui ci sono tutte le novità, tutti i miglioramenti che di anno in anno si presentano e convergono in questa occasione. Tutti i migliori studi vengono presentati in questo congresso che ci offre l’opportunità di interloquire con le aziende farmaceutiche per poter ottenere la sperimentazione di nuovi farmaci e quindi portare, per i nostri pazienti, sul territorio nazionale e in particolare nel Sud, nella nostra istituzione, nuovi protocolli per poter essere quindi all’avanguardia nel trattamento dei pazienti stessi.

D. - Dagli studi che sono stati presentati qui all’Asco a Chicago, l’Italia ne esce abbastanza bene con risultati buoni per quanto riguarda la mortalità e le cure, ma non benissimo per quanto riguarda la prevenzione. Questo è un problema che riguarda soprattutto il Sud, perché prevenzione vuol dire ovviamente anche risorse economiche importanti da investire.

R. – Si, questo è ancora un aspetto che deve essere colmato. Il Sud purtroppo vive ancora di una grossa differenza, un grosso gap rispetto al Nord per quanto riguarda la prevenzione. In Puglia si stanno adeguando: è già partita la prevenzione per il tumore alla mammella, mentre stenta ancora a muoversi completamente quella del colon, però sicuramente siamo in una fase di miglioramento. Ma, anche qui, purtroppo servono risorse e questo è un momento nel quale le risorse sono un po’ scarse dovunque. Però, questa è sicuramente l’unica arma e una delle principali armi per poter ridurre questa piaga. Il tumore della mammella ha visto un notevole miglioramento dei risultati e delle possibilità di guarigione negli ultimi ventenni, legato proprio alla possibilità di poter avere efficaci screening e soprattutto efficaci terapie nella fase dopo l’intervento. I trattamenti adiuvanti e screening hanno rappresentato la chiave vincente per poter raggiungere obbiettivi prima insperati.

D. – “Casa sollievo della sofferenza”, lo vogliamo ricordare, è l’ospedale che ha fortemente voluto padre Pio. Ricordiamo tutti le immagini dell’inaugurazione. È una struttura che oggi è un’Irccs che ha moltissime strutture importanti e, tra queste, l’oncologia è sicuramente una delle punte di diamante…

R. - L’istituzione fortemente voluta da padre Pio, tiene ben presente questa volontà del santo fondatore. In quest’ottica, l’oncologia rappresenta una delle specialità più complete. Da noi, a San Giovanni Rotondo, è possibile trovare tutto il percorso oncologico, un percorso completo durante il quale il paziente viene accompagnato da tutti gli attori che partecipano alla sua storia clinica. Per quanto riguarda l’oncologia, abbiamo un reparto di 50 posti letto; abbiamo la possibilità di poter avere numerosi studi clinici per tutte la patologie, principalmente per la mammella e per i tumori gastroenterici, che sono quelli più rappresentati. Al momento, abbiamo oltre 50 studi clinici aperti e quindi questo ci consente di poter essere all’avanguardia e di poter offrire al paziente non solo assistenza dovuta, ma anche la possibilità di nuovi approcci terapeutici, di nuove strategie terapeutiche di nuovi farmaci.

D. - È una struttura, nel suo complesso, che ha mantenuto fede a quello che è l’impegno di padre Pio, cioè il paziente al centro, l’attenzione nei confronti del paziente. Un reparto come quello dell’oncologia ovviamente accoglie i pazienti in un momento molto particolare. So che voi fate molta attenzione anche al lato umano, oltre ovviamente a quello della cura.

R. - Questa è un’attenzione che viene rivolta da tutto il personale di qualsiasi genere, e questo ci viene anche accreditato dai pazienti che lo apprezzano e si sentono molto tutelati. “La centralità del paziente oncologico”, come sarebbe stata richiesta da padre Pio, è sicuramente ben conservata.

D. - Padre Pio non aveva un carattere facile, era ruvido ed era molto duro con gli operatori sanitari. Oggi, se ci fosse sarebbe contento di voi?

R. - Lui chiederebbe ancora di più. Probabilmente cercheremmo di dare ancora di più.







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