Israele dà il via ad altre 675 unità abitative illegali in Cisgiordania
Il governo israeliano approva altri 675 nuove unità abitative a Itamar, insediamento
situato a circa 10 km a sud di Nablus (West Bank). A confermarlo è il quotidiano israeliano
"Yediot Ahronot". Il piano di costruzione, che aumenta del 100% l'espansione della
colonia, è stato approvato dall'ex ministro della Difesa Ehud Barak prima delle elezioni
parlamentari. Il problema degli insediamenti illegali in Cisgiordania - riporta l'agenzia
AsiaNews - è in queste settimane al centro di un dibattito fra l'esecutivo conservatore
guidato da Benjamin Netanyahu e il segretario di Stato statunitense che in questi
mesi sta tentando una ripresa del dialogo fra Israele e l'Autorità palestinese. Invece
di congelare la costruzione delle colonie, fondamentale per una ripresa dei negoziati,
il governo va avanti con una politica di demolizioni, confische e appropriazione di
territori palestinesi. Nei giorni scorsi i militari israeliani hanno espulso dalle
loro abitazioni otto famiglie (53 persone) del villaggio all'insediamento di Atarot
(West Bank). Secondo Peace Now, movimento israeliano per i diritti umani e il dialogo
israelo-palestinese, "Netanyahu ha deciso di cambiare le regole e rovina ogni possibilità
di far rivivere i colloqui. Il governo è diventato dipendente dalla costruzione di
insediamenti al di fuori del territorio israeliano. Toccherà alla popolazione di Israele
pagare il costo diplomatico e finanziario di queste politiche". Nonostante le pressioni
dell'Onu e della comunità internazionale sulla fine dell'occupazione, le colonie illegali
fioriscono da decenni nella West Bank e attorno a Gerusalemme est. Almeno 500mila
coloni israeliani vivono in più di 100 insediamenti costruiti dopo l'occupazione del
1967. (R.P.)