Datagate. Snowden: tra gli obiettivi dell’Intelligence americana anche la Cina e Hong
Kong
Dopo giorni di silenzio torna a farsi sentire Edward Snowden, l’uomo che ha fatto
scoppiare lo scandalo informatico cosiddetto Datagate sui programmi di controllo della
sicurezza americana. Secondo le sue parole tra gli obiettivi della sorveglianza digitale
dell’intelligence statunitense ci sarebbero anche la Cina e Hong Kong. Il capo della
National Security Agency difende l’operato della struttura: facciamo soltanto il nostro
lavoro. Cecilia Seppia:
Non sono un
traditore né un eroe, solo un cittadino americano. Torna così a farsi sentire l’ex
informatico della Cia denunciando nuovi crimini e ipocrisie commessi, a suo avviso,
dal governo statunitense. Lo fa dalle pagine del South China Morning Post, in cui
parla anche della sua scelta di fuggire a Hong Kong temendo ritorsioni su di lui e
sulla sua famiglia, viste le tante intimidazioni ricevute da Washinghton, per avere
il suo silenzio. Secondo Snowden il programma denominato Prism della Nsa, sarebbe
stato esteso al controllo delle istituzioni ma anche della gente comune di Hong Kong
e del resto della Cina, fin dal 2009. Quindi racconta della mole spropositata, di
operazioni di spionaggio condotte dalla Nsa a livello globale, pari a 61 mila interventi
alla spina dorsale delle reti, che davano accesso alle comunicazioni di centinaia
di migliaia di computer, senza doverli violare uno per uno. Un fatto sbagliato - afferma
che doveva essere portato al giudizio dell'opinione pubblica. Forte la difesa del
direttore della Nsa Keith Alexander che davanti al Congresso assicura: grazie alla
nostra sorveglianza abbiamo fermato decine di potenziali attentati terroristici. Gli
Stati Uniti intanto continuano a premere per l’estradizione dell’uomo, mentre migliaia
di attivisti hanno già organizzato per sabato una manifestazione in suo sostegno.