Teatri del Sacro: in scena a Lucca "Storie del Buon Dio" di Rilke
Storie raccontate ai grandi perché le ripetano ai bambini: sono le “Storie del Buon
Dio”, racconti scritti nel 1899 da Rainer Maria Rilke e messi in scena questa sera
a Lucca nell’ambito del Festival "I Teatri del Sacro". Sul palco, un uomo e una donna
danno vita a 5 dei 13 testi dell’autore boemo in un percorso poetico di comprensione
e avvicinamento a Dio. Il perché della scelta di quest’opera, Gabriella Ceraso
lo ha chiesto al giovane regista, il portoghese Amandio Pinheiro:
R. - Per raccontare
vari aspetti del rapporto tra uomo e Dio, per esempio la Creazione o la povertà: come
Dio vede la povertà? O ancora: Dov’è Dio? In ogni racconto c’è una domanda che fa
un bambino.
D. - Cosa viene fuori?
R. - I racconti sono veramente molto
diversi. Abbiamo creato questa cosa, che penso sarà una bella sorpresa per il pubblico:
abbiamo creato una specie di call center, dove i due personaggi in scena, nel rispondere
alle domande del testo, mettono in scena piccoli spettacoli. Abbiamo cercato di trovare,
per ognuno di questi racconti, una tecnica diversa: dal teatro d’ombre alle marionette,
alla manipolazione di oggetti o alla semplice umoristica; una specie di tonalità per
ognuno dei racconti, per ognuna delle domande, che sono difficilissime. Anche la risposta
che Rilke dà, è poetica: quindi non è che diamo delle conclusioni, è un impegno a
riflettere insieme su questi temi.
D. - Come regista trova che gli spunti che
vengono dal mondo del sacro siano spunti interessanti, vivi, ricchi anche di frutti?
R.
- Penso che, in modo più assoluto, il teatro è rituale e questo necessariamente lo
spinge verso una dimensione spirituale.