Mobilitazione in Grecia dopo la chiusura della tv e radio pubblica Etr
Nuova ondata di proteste in Grecia dopo la chiusura nella notte della televisione
e radio pubblica Etr. Una mossa che rientra nel piano di austery imposta dalla Troika
– Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea – e che ha
creato un’ulteriore frattura nella coalizione di governo. Per solidarietà il settore
privato ha deciso un black out informativo. Benedetta Capelli:
Ultimo atto
ieri sera per la Etr, la televisione e radio pubblica greca, che ha cessato le sue
trasmissioni; i canali sono stati oscurati, spento anche il ripetitore principale.
Immediatamente centinaia di persone a Salonicco e ad Atene sono scese in strada per
protestare. Si fa sentire anche l’Uer, l’Unione Europea radio-televisiva, che ha chiesto
al governo di annullare la sua decisione perché l’esistenza di mezzi di informazione
sono “garanzia di indipendenza e al centro di una società democratica”. Licenziati
2.780 dipendenti della Etr, sovvenzionata dallo Stato e dal pagamento di un canone,
con introiti pari a 300 milioni di euro all’anno. La struttura è composta da 5 stazioni
televisive, 29 stazioni radio, siti web, un settimanale, oltre all'Orchestra Sinfonica
nazionale e l'Orchestra di Musica contemporanea. Il governo difende la sua scelta
in un momento di tagli, imposti dalla Troika, e di grandi sacrifici per il popolo
ellenico. Etr – fanno sapere – ha un numero di dipendenti da tre ad otto volte superiore;
700 saranno mandati in pensione anticipata ma non si sa quanti saranno riassunti in
un nuovo ente e quanti saranno indennizzati. Spaccatura nella coalizione al potere;
contrari alla chiusura Pasok e Sinistra Democratica ma – replica il premier Samaras
– era la condizione necessaria per proseguire sulla strada intrapresa delle riforme
e per far uscire la Grecia dalla profonda crisi in cui versa.