2013-06-12 14:13:46

Il Papa sul lavoro minorile: guai a chi soffoca la speranza e la serenità dei bambini


Al termine dell’udienza generale di ieri mattina, ricordando che ieri ricorreva la Giornata contro il lavoro minorile, Papa Francesco si è soffermato su questo fenomeno. “È una piaga”, ha ricordato il Pontefice, facendo appello alla comunità internazionale. Ascoltiamo il servizio di Davide Maggiore:RealAudioMP3

“Questa gente, invece di farli giocare, li fa schiavi!”: è un grido di dolore quello con cui Papa Francesco descrive chi sfrutta i bambini per il lavoro domestico, tema su cui si concentra quest’anno la Giornata contro il lavoro minorile. E rivolgendosi alle istituzioni internazionali, il Pontefice ricorda le proporzioni crescenti di questa piaga:

“Questo è un deprecabile fenomeno in costante aumento, specialmente nei Paesi poveri. Sono milioni i minori, per lo più bambine, vittime di questa forma nascosta di sfruttamento che comporta spesso anche abusi, maltrattamenti e discriminazioni. E’ una vera schiavitù questa. Auspico vivamente che la comunità internazionale possa avviare provvedimenti ancora più efficaci per affrontare questa autentica piaga. Tutti i bambini devono poter giocare, studiare, pregare e crescere, nelle proprie famiglie…”

Secondo i dati dell’Unicef, sono 150 milioni i bambini tra i 5 e i 14 anni coinvolti nelle varie forme di lavoro minorile. Per l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), 15 milioni e mezzo sono impiegati come domestici. Ascoltiamo in proposito Rossella Panuzzo, dell’organizzazione non governativa "Terre des Hommes", che descrive la situazione in Perù:

“Nelle zone rurali delle Ande, vivono comunità indigene già stigmatizzate come cittadini di 'serie B'. Ci sono pochissime scuole, quindi anche per un’istruzione superiore i bambini debbono recarsi in città. Spesso, questo passaggio è pericoloso, in quanto le bambine vengono affidate a famiglie di conoscenti e finiscono per essere sfruttate nelle case: lavorano senza percepire alcun salario e non riescono ad andare a scuola, finiscono completamente isolate e spesso perdono anche qualsiasi contatto con la famiglia di origine”.

È anche a fenomeni come questi che ha fatto riferimento il Santo Padre, lanciando il suo appello:

"Una fanciullezza serena permette ai bambini di guardare con fiducia verso la vita e il domani. Guai a chi soffoca in loro lo slancio gioioso della speranza!".

Un segno di speranza è ad esempio, la storia di Jennifer, che arriva dal Perù, di cui parla ancora Rossella Panuzzo:

“Era rimasta orfana sia di padre che di madre. I nonni erano molto anziani, quindi non se ne occupavano minimamente. La bambina, dunque, viveva un po’ di carità, portava le pecore al pascolo ed era veramente preda di chiunque, anche di possibili abusi. Terre des Hommes ha chiesto a quello che rimaneva della famiglia di Jennifer se effettivamente non fosse stato meglio che fosse accolta nel centro a Cuzco e quindi mandata a scuola, in un ambiente che le assicurasse cure mediche, nutrimento e soprattutto istruzione”.

Jennifer oggi ha 13 anni e attraverso lo studio può sperare di lasciarsi definitivamente alle spalle la storia di povertà e sfruttamento, che riguarda ancora troppi suoi coetanei in ogni parte del mondo.

Ultimo aggiornamento: 13 giugno







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