Calma apparente in Turchia. La preoccupazione delle cancellerie internazionali
Giornata di calma apparente in Turchia, dopo le repressioni di ieri a Istanbul e Ankara.
Preoccupazione per quanto sta accadendo è stata espressa da tutti i Paesi occidentali,
mentre è polemica sulle multe comminate nei confronti degli organi di stampa, che
hanno seguito nei giorni scorsi le proteste. Il servizio è di Salvatore Sabatino:
“Moderazione,
turbamento, preoccupazione”. Sono le parole più ricorrenti nelle cancellerie internazionali;
perché quanto sta accadendo in Turchia viene monitorato ora per ora in tutto il mondo.
Emblematica la presa di posizione di Onu e Casa Bianca, che puntano sul rispetto del
diritto di espressione come unica garanzia per dare stabilità di lungo termine al
Paese. Parole che pesano come macigni, in forte contrasto con la politica del pugno
di ferro annunciata ieri dal premier Erdogan e messa subito in pratica con l’irruzione
della polizia a Piazza Taskim. Un atto di forza durato ben otto ore e un bilancio
finale di oltre 100 feriti. Stessa modalità e stesse scene anche nella capitale, Ankara,
dove oltre 5mila persone sono state allontanate con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua.
A
preoccupare pure le azioni legali intraprese contro gli organi di stampa, rei di aver
dato troppo spazio alle immagini della repressione. Arresti e multe che hanno fatto
insorgere gli oppositori, i quali hanno denunciato il silenzio sulla protesta, su
pressione del governo. Stesso silenzio che oggi ha causato una sorta di black out
informativo. Nessuna notizia, infatti, è emersa fino a questo momento sull’atteso
incontro, in programma per oggi, tra il premier Erdogan ed i rappresentanti dei manifestanti.
Di contro ha, invece, parlato il presidente Gul: "tutti devono sapere - ha detto -
che la Turchia è senza dubbio una societa' aperta dove i diritti democratici sono
garantiti dalla legge e tutti li devono rispettare''.