Ancora una notte di scontri a Istanbul. Oggi incontro tra Erdogan e i manifestanti
Notte di violenza, dunque, a piazza Taksim, nel cuore di Istanbul, dopo che il premier
turco Recep Tayyip Erdogan ha scelto la linea del pugno duro contro il movimento di
protesta delle centinaia di migliaia di giovani scesi nelle piazze del Paese per chiedere
le sue dimissioni. La cronaca di queste ultime ore, nel servizio di Salvatore Sabatino:
Otto ore di
guerriglia, con polizia e manifestanti che hanno creato due blocchi compatti. Da una
parte lanci di pietre e fuochi d’artificio, dall’altra cannoni ad acqua e gas lacrimogeni.
Alla fine piazza Taksim è tornata sotto il controllo dell’esercito, mentre i rivoltosi
si sono asserragliati nell’adiacente parco Gezi, la cui riqualificazione era stata
all’origine delle proteste anti Erdogan. Una giornata, quella di ieri, iniziata con
l’irruzione delle forze di sicurezza in piazza ed oltre 100 feriti. Proseguita, poi,
con Erdogan che ha ufficializzato la politica della “tolleranza zero”, terminata con
la dura presa di posizione della Casa Bianca, che ha chiesto il rispetto del diritto
di espressione; unica garanzia per dare stabilità di lungo termine al Paese. Parole
che pesano come macigni, e che vanno – di fatto – a sostenere il fronte del no; fronte
che si muove anche ad Ankara, dove ieri un’altra manifestazione di protesta contro
il premier - almeno 5.000 persone scese in piazza – è stata dispersa dalla polizia
con le stesse modalità utilizzate a Piazza Taksim. Intanto cresce l’attesa per il
faccia a faccia, oggi, tra Erdogan e la delegazione di manifestanti. L’incontro, nonostante
i fatti di ieri, non è stato annullato. Un ulteriore passaggio verso la rottura o
un traguardo da cui ripartire per la riconciliazione? Nelle prossime ore lo sapremo.
Per ora un’unica certezza: la Turchia si sta giocando la propria credibilità, costruita
faticosamente in anni di complicati lavorii diplomatici. Il commento del giornalista
turco Dundar Kesapli:
R. – Il presidente Erdogan sicuramente ha fatto
molte cose importanti per la Turchia e per la popolazione, ma non si può dire che
sia perfetto. In nessun Paese del mondo si può pretendere che le istituzioni e il
governo siano perfetti. Sicuramente, manca qualcosa. Soprattutto, non è stato molto
leggero l’intervento della polizia turca. E questo bisogna sottolinearlo. Hanno sbagliato
e quando sbagliano anche loro pagano. Istituzione o no, la realtà è che ci sono in
atto degli scontri e che l’atmosfera che si vive in Turchia non è certo serena.