2013-06-11 13:11:53

Iraq: la “svolta pastorale” del Sinodo caldeo


Si è concluso lunedì a Baghdad, il primo Sinodo della Chiesa caldea convocato dopo l'elezione del nuovo Patriarca Luis Raphael I Sako, avvenuta lo scorso 31 gennaio. In un comunicato finale, pervenuto all'agenzia Fides, il patriarca e i 14 vescovi caldei hanno riassunto in nove punti le questioni affrontate nei giorni dell'Assemblea sinodale, iniziata il 5 giugno e ospitata nella Casa generalizia delle suore caldee di Maria Immacolata, al centro della capitale irachena. Molte delle indicazioni venute dal Sinodo appaiono in sintonia con la sollecitudine pastorale che sta segnando i primi mesi del ministero patriarcale di mons. Sako. I vescovi caldei invocano la ripresa del cammino ecumenico con tutte le altre Chiese e comunità cristiane, a partire dalla Chiesa assira, con la quale auspicano di veder ristabilita “l'unità della Chiesa d'Oriente”. Ribadiscono la necessità di continuare il dialogo con l'Islam in tutte le sue articolazioni e di porre massima attenzione nella gestione trasparente delle risorse economiche delle diocesi, avendo come criterio le necessità concrete delle parrocchie. Nel comunicato finale si riferisce che durante la riunione sinodale sono stati eletti i vescovi per diverse eparchie caldee rimaste vacanti, senza specificarne i nomi. Si insiste sulla necessità di curare la formazione dei candidati al sacerdozio, evitando di mandare tutti gli aspiranti sacerdoti a studiare all'estero e evitando anche di confondere la pastorale vocazionale con le campagne d'arruolamento per riempire spazi vuoti. Per por freno a un malcostume diffusosi negli ultimi anni, si ribadisce che nessun sacerdote può spostare la sua residenza da una diocesi all'altra senza il consenso di ambedue i vescovi. Con lo sguardo rivolto alla crisi politica e sociale che attanaglia il Paese, i vescovi caldei suggeriscono di creare una commissione di laici e sacerdoti per cercare risposte concrete al problema del lavoro e favorire investimenti in Iraq che aiutino a frenare anche la diaspora dei cristiani iracheni. Si è anche ribadito che la politica rimane un campo affidato alla responsabilità specifica dei laici cristiani, e sul quale i vescovi e i sacerdoti non devono esercitare nessun intervento diretto. Gli ultimi passaggi del comunicato richiamano tutti alla preghiera per i due vescovi di Aleppo – il siro-ortodosso Mar Gregorios Yohanna Ibrahim e il greco-ortodosso Boulos al-Yazigi - dal 22 aprile scorso nelle mani di ignoti rapitori. Ieri sera, a conclusione del Sinodo della Chiesa caldea, numerosi leader politici e religiosi iracheni hanno preso parte a un ricevimento presso l'Hotel Rashid promosso dal patriarca Sako come momento simbolico di riconciliazione nazionale. Nel suo intervento di saluto il patriarca Sako, dopo aver letto alcuni passi dell'inno di San Paolo alla carità, ha invitato tutte le parti politiche a non abbandonare o pregiudicare la via dialogo e della “coesione nazionale”. (R.P.)

Ultimo aggiornamento: 12 giugno







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