2013-06-11 15:50:54

20.mo del Catechismo: l'Ascensione, momento in cui l'umano redento si unisce al divino


La transizione verso l'eternità, il ritorno glorioso alla casa del Padre che unisce il divino all'umano ormai redento. Questo rappresenta per Cristo il momento dell'Ascensione. Il Catechismo della Chiesa cattolica dedica un'ampia pagina all'episodio che chiude la parabola terrena di Gesù. Il gesuita padre Dariusz Kowalczyk vi si sofferma nella 30.ma puntata del ciclo di riflessione sul Catechismo, a 20 anni dalla sua pubblicazione:RealAudioMP3

La penultima frase del Vangelo di Marco dice: “Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio” (16,19). L’Ascensione – come ci spiega il Catechismo – segna il passaggio dalla gloria di Cristo risorto a quella di Cristo esaltato alla destra del Padre (CCC, 660). Possiamo dire che l’ascensione è l’ultimo episodio della vita terrena di Gesù. Esso però si compie al di là del nostro orizzonte temporale – porta, infatti, all’eternità del Padre.

L’Ascensione è legata alla discesa del Figlio dal cielo. “Nessuno è mai salito al cielo fuorché il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo” (Gv 3,13) – afferma evangelista Giovanni. Qual'è il significato del movimento dal cielo, e al cielo? Perché la seconda persona della Trinità scende, umilia se stesso, a poi ritorna alla gloria che gode da sempre? E necessario notare che in quel movimento il divino si unisce definitivamente all’umano – il Figlio non torna al Padre da solo, ma torna con la propria umanità. Gesù, vero Dio, non cessa di essere vero uomo. Rimane incarnato – con la natura umana glorificata.

Il Catechismo spiega: “Lasciata alle forze naturali, l’umanità non ha accesso alla Casa del Padre. Soltanto Cristo ha potuto aprire all’uomo questo accesso…” (n. 661). Nell'orazione dell’ufficio delle letture della solennità dell’Ascensione leggiamo: “Signore, in Cristo asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te”. Gesù Cristo ci precede dunque nel Regno glorioso del Padre (cf. CCC, 666).

La formula “siede alla destra del Padre” significa che il Figlio è perfettamente uguale al Padre nella sua divinità, che formano la stessa, unica divinità. Il Figlio – come vero Dio e vero uomo – intercede per noi quale unico mediatore. Possiamo sperare pertanto “di essere un giorno eternamente con lui” (CCC, 667).







All the contents on this site are copyrighted ©.