Scontri e arresti ad Ankara e nuove manifestazioni antigovernative i diverse città
In Turchia nuovi scontri ad Ankara tra polizia e anti governativi. Manifestazioni
anche in altre città del Paese. Il premier Erdogan ha avvertito che la pazienza dell’Esecutivo
ha un limite, chiedendo ai suoi sostenitori di scendere in piazza il prossimo fine
settimana. Il servizio è di Eugenio Bonanata:
Lacrimogeni
e idranti per disperdere la folla. Per la seconda notte consecutiva il centro di Ankara
è stato teatro di duri scontri tra polizia e manifestanti che hanno marciato per la
città chiedendo le dimissioni del premier Erdogan. Il bilancio è di diversi arresti
e feriti, con una nuova presa di posizione del capo dell’esecutivo. “La pazienza ha
un limite”, ha detto convocando due contromanifestazioni il prossimo fine settimana
ad Ankara e Istanbul. Parole che incitano “alla guerra civile”, rispondono i dimostranti
scesi in piazza ieri anche in altre città turche. Erdogan da venerdì ha moltiplicato
gli interventi televisivi, puntando il dito contro saccheggiatori ed estremisti e
ricorrendo alla retorica del complotto organizzato fuori e dentro il paese. I mercati
turchi – ha spiegato - sono sotto attacco da parte di speculatori interni ed internazionali.
E da Bruxelles l’Unione Europea chiede alle parti di dare prova di autocontrollo.
Intanto sembra in affanno il tentativo del presidente Gul di trovare una mediazione
alla crisi. La ‘tregua’ informale scattata giovedì è durata solo 48 ore. Dopo una
decina di giorni di tensioni, si contano 3 morti e migliaia di feriti. E adesso il
fronte della protesta rischia di allargarsi.