Riprende il dialogo tra le due Coree: in settimana il primo vertice dal 2007
Segnali di speranza per i difficili rapporti tra le due Coree. Pyongyang e Seul hanno
raggiunto ieri un’intesa per la ripresa dei colloqui di pace ad alto livello, fissando
un vertice che si terrà domani e giovedì prossimi in Corea del Sud. Si tratta del
primo incontro intergovernativo dal 2007 e le due delegazioni saranno composte da
5 funzionari. Sul tavolo anche la riapertura del complesso industriale di Kaesong
e il possibile via libera ai ricongiungimenti familiari. In merito all’intesa Eugenio
Bonanata ha raccolto il commento di Maurizio Simoncelli, vicepresidente
di Archivio Disarmo:
R. - È una novità
importante, perché indubbiamente - dopo mesi di duro confronto in cui la Corea del
Nord minacciava di attaccare la Corea del Sud, addirittura di attaccare gli Stati
Uniti - oggi ci si ritrova ad un tavolo negoziale. Corea del Nord e Corea del Sud
che ricominciano a parlarsi, a confrontarsi dopo che di fatto sembrava di essere sull’orlo
di un nuovo conflitto. È anche vero che non è la prima volta che, nel corso di questi
anni, si sia proceduto con un processo altalenante: minacce e poi nuovamente negoziati.
Come ho avuto modo di dire altre volte, in realtà l’atomica nordcoreana più che un’arma
militare è un’arma politica che il regime tende a mettere su un piatto, soprattutto
per cercare di avere una contropartita di tipo economico. L’obiettivo è ottenere aiuti
per un Paese stremato, che soffre la fame e che peraltro non ha più grandi alleati.
Neppure la Cina, cha a suo tempo sosteneva il regime della Corea del Nord, oggi si
trova invece in tutt’altre posizioni.
D. - Durante i colloqui, le due Coree
parleranno tra l’altro di questioni umanitarie e di progetti economici comuni. Questo
avvalora l’ipotesi della mossa politica da parte di Pyongyang?
R. - Assolutamente
sì, anche perché ricordiamo che la minaccia nucleare nordcoreana nei confronti degli
Stati Uniti - che posseggono alcune migliaia di testate nucleari, basate su missili,
bombardieri, sottomarini e quant’altro - è una minaccia tutto sommato visibile, anche
se drammatica, perché stiamo parlando di armi nucleari. In realtà è anche il nuovo
leader nordcoreano - un giovane di 30 anni - che si trova a dover fare questa scelta
politica di alzare la voce per cercare poi in realtà di trovare un accordo con forze
che altrimenti lo isolerebbero totalmente.
D. - Il fatto da sottolineare è
comunque la posizione della Cina. In queste ore Pechino insieme a Washington ha ribadito
la necessità che la Corea del Nord dovrebbe essere denuclearizzata. Quindi, ancora
una volta una posizione chiara da parte della Cina…
R. - Sì. Questo è molto
molto importante perché Pechino ha assunto un atteggiamento di estrema collaborazione
sul piano internazionale, essendo stato il partner più importante non solo politicamente,
ma anche economicamente della Corea del Nord. Avere questo atteggiamento ha una grande
influenza sulle posizioni politiche nordcoreane. Quindi, questo certamente aiuterà
in un processo del genere. Vedremo se poi effettivamente la Corea del Nord arriverà
ad un disarmo nucleare. Questo credo che sia un processo un po’ più complesso, un
po’ più difficile.