2013-06-10 12:24:57

Niger: si è insediato a Niamey il primo vescovo nigerino


Una zucca-calebasse tenuta da due mani, una bibbia aperta e lo sfondo giallo del Sahel. E’ il simbolo che ha scelto come emblema episcopale mons. Laurent Lompo, nuovo Vescovo ausiliare di Niamey in Niger. Questo quanto è stato diramato dal padre missionario Mauro Armanino, che ha inviato all’agenzia Fides la seguente testimonianza sull’insediamento avvenuto domenica scorsa, di mons. Djalwana Laurent Lompo, vescovo ausiliare di Niamey. “C'è più gioia a dare che a ricevere” è il motto che ha scelto il nuovo vescovo ausiliare della diocesi di Niamey. Ha chiesto il dono della semplicità, come appunto la zucca/calebasse vuole significare. Era alta la tensione e la paura che succedesse qualcosa in questa festa della Chiesa cattolica del Niger. Gli ultimi attentati di appena una settimana fa creavano timori non infondati. C'è stato un buon servizio d'ordine attorno e all'interno del Palazzo dello sport dove si è svolta la cerimonia alla presenza di circa 3.500 fedeli. Secondo quanto riferisce l’agenzia Fides l'arcivescovo di Niamey, Mons. Michel Cartatéguy ha presieduto la cerimonia alla quale hanno partecipato la maggior parte dei vescovi del Burkina Faso. In tre ore si è vissuto parte del cammino che la Chiesa cattolica del Niger ha compiuto in questi 80 anni di esistenza visibile. I canti, le danze, i simboli e soprattutto il clima di unità hanno trasformato la celebrazione in un evento di vita per tutti. Persino l'acustica ha funzionato a dovere. Il nuovo eletto mons. Laurent Lompo è originario della popolazione Gourmanché ed è anche il primo vescovo nigerino cattolico. La maggior parte del popolo Gurmanché, è diviso tra Burkina Faso e Niger. Persino alcuni migranti liberiani hanno preso parte alla festa. L'avvenimento è degno di nota in un Paese come il Niger dove su 19 milioni circa di persone, i cattolici non sono più di 25mila. I nigerini sono circa 5mila. Gli altri sono originari dei Paesi limitrofi. La presenza della Chiesa cattolica è quella della “natte”, cioè della stuoia, una presenza sobria, umile e attenta all'ascolto. (F.B.)







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