Bilancio positivo per le prime 48 ore di negoziati no stop tra governo maliano e gruppi
ribelli tuareg che occupano il capoluogo settentrionale di Kidal. Secondo quanto riferisce
l’agenzia Misna il mediatore dell’Africa occidentale, il presidente del Burkina Faso
Blaise Compaoré, si è detto ottimista sulla possibilità di un accordo. “L’obiettivo
è trovare una soluzione durevole alla grave crisi maliana. La sicurezza è vitale per
tenere un voto libero e trasparente” ha dichiarato Compaoré, chiedendo alle due parti
di cessare ogni ostilità sul terreno. La delegazione di Bamako, guidata dall’emissario
per il nord Tiébilé Dramé, e quella in rappresentanza dei tuareg sono impegnate nella
valutazione di una bozza d’accordo per risolvere la crisi maliana, in atto dal gennaio
2012. Le due parti devono presentare eventuali correzioni e controproposte al mediatore
regionale con l’obiettivo di cessare le ostilità nella regione contesa di Kidal in
vista delle elezioni presidenziali in programma il prossimo 28 luglio. Ai colloqui
di Bamako partecipano il Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla), ma
anche esponenti dell’Alto consiglio per l’Unità dell’Azawad (Hcua), un’altra organizzazione
tuareg che si oppone al ritorno a Kidal dell’amministrazione centrale e dell’esercito
maliano. La scorsa settimana la ripresa degli scontri sul terreno tra gruppi armati
ed esercito regolare, aveva fatto temere un abbandono dei colloqui di pace, la cui
apertura è invece solo slittata di alcune ore. Mentre sono in corso i colloqui, un
rapporto del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, consegnato al Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite, ha evidenziato che la situazione sul terreno rimane
molto fluida a causa di scontri sporadici alimentati dai gruppi armati e attacchi
messi a segno nelle tre regioni del nord del Mali. Per il Segretario Generale Onu
l’avanzata delle truppe regolari di Bamako verso Kidal e i combattimenti con i ribelli
della scorsa settimana hanno riacceso nuove tensioni e aggravato l’instabilità regionale.
Entro il mese di luglio le Nazioni Unite dovrebbero dispiegare una missione di peacekeeping
in Mali (Minusma) chiamata a monitorare il voto e a vigilare sulla sicurezza della
vasta regione desertica. (F.B.)